di Redazione
È stato istituito alla Scuola della Comunità Ebraica di Milano il Comitato scuola Covid-19, un tavolo di lavoro volto allo studio, all’organizzazione e alla programmazione della riapertura della scuola in sicurezza. La commissione si è riunita per la prima volta virtualmente domenica 26/04. Promossa dall’Assessorato Scuola conta sul lavoro congiunto della dirigenza scolastica, della segreteria generale, dell’ufficio tecnico, del responsabile della sicurezza, della Fondazione scuola e può contare sul contributo di Maurizio Turiel, presidente dell’AME Milano (Associazione Medici Ebrei).
Molte le tematiche da affrontare tra cui la sicurezza, l’organizzazione degli spazi e dei tempi per la didattica e la mensa, il continuo aggiornamento relativamente alle delibere ministeriali, l’implementazione della didattica online e delle piattaforme informatiche, la raccolta fondi, la fornitura di DPI e la messa in atto di programmi medici di screening. Nulla verrà lasciato al caso, nel frattempo continuiamo tutti a comportarci con senso di responsabilità per il bene della nostra comunità.
“In questo delicato momento in cui si sta avviando la fase 2 COVID-19 mi preme ribadire, come riferito dal Viceministro della Salute Silieri, l’importanza della cautela e responsabilità – dichiara Maurizio Turiel, presidente dell’AME Milano (Associazione Medici Ebrei) -. Oggi si dice che viene tolta la libertà individuale ma invece è necessario rispettare un protocollo sanitario già noto (necessità dell’utilizzo delle mascherine, lavaggio frequente delle mani o eventuale utilizzo dei guanti). La maggior parte della popolazione ha dimostrato buon senso, soprattutto gli anziani ma meno frequentemente i giovani. Inoltre molta confusione è nata dalla possibilità di poter vedere i propri “congiunti” ma è più preoccupante la mancata percezione del pericolo di contrarre l’infezione tra i familiari e gli amici. Bisogna rendersi conto che più ci atteniamo alle regole …… prima ne usciremo. In conclusione, la data del 4 Maggio non definisce un termine liberatorio per tutti noi ma dobbiamo continuare a rispettare le ripetute raccomandazioni nei nostri comportamenti attenendoci ai protocolli di sicurezza anti contagio”.