di Paolo Castellano
Negli Stati Uniti continuano a imperversare le proteste dopo la morte del cittadino afroamericano George Floyd, deceduto in seguito ad un arresto da parte della polizia di Minneapolis. Dal 25 maggio, numerosi manifestanti hanno adottato dei comportamenti violenti, incendiando stazioni di polizia e saccheggiando negozi in diverse città degli Stati Uniti. Sulla scia di questa ordinaria follia, il 31 maggio alcuni soggetti hanno approfittato del disordine pubblico per vandalizzare una sinagoga di Los Angeles.
Come riporta Israel National News, un luogo ebraico di preghiera a Los Angeles in California è stato deturpato da graffiti anti-israeliani. La sinagoga della comunità Beth Israel è uno degli edifici ebraici più antichi di Los Angeles. Le scritte offensive sono state disegnate sulla facciata della sinagoga, vicino alla porta d’ingresso.
Come si evince dalle immagini, sulla facciata della sinagoga si può leggere il graffito “Fuck Israel, Free Palestine“. L’immagine, che è stata pubblicata su Twitter dalla giornalista Lisa Daftari, sta attirando molta attenzione sui social network.
La sezione dell’Anti-Defamation League di Los Angeles ha denunciato il gesto, commentando così la foto: «Il vandalismo non è mai ok. L’antisemitismo non è mai ok. La risposta all’odio e al bigottismo non è più odio. Siamo migliori di questa Los Angeles».
Durante le prime ore del 31 maggio, anche il Simon Wiesenthal Centre ha pubblicato un messaggio su Twitter a proposito delle violente proteste americane: «Nessuno, indipendentemente dalle circostanze, ha il diritto di utilizzare questa tragedia per commettere atti di violenza, saccheggio e furto. Questo disonora il ricordo di George Floyd. Saccheggiare e bruciare proprietà private non è una forma legittima di protesta».