a cura del team Infanzia e Primaria
Didattica e vita scolastica ai tempi del Covid-19
Didattica a distanza
In questi mesi abbiamo familiarizzato con questa espressione: “didattica a distanza”, che ormai sembra fare parte permanente del nostro orizzonte quotidiano. Non è una novità assoluta, perché esperimenti di didattica a distanza erano già conosciuti, anche prima della rivoluzione tecnologica, ma in questa occasione la necessità di avvalersi di questo approccio è stata repentina, inaspettata e certamente non è stata il risultato di una scelta incondizionata. Abbiamo dovuto attrezzarci. Nella nostra scuola si è subito deciso che il lavoro con gli studenti sarebbe continuato su base quotidiana e che la relazione anche umana tra gli insegnanti, gli studenti e le famiglie sarebbe stata preservata. È stato, e continua ad essere, un percorso. Noi insegnanti abbiamo dovuto appropriarci di un linguaggio e di tecniche che non tutti padroneggiavamo, un aspetto interessante è stato “l’apprendimento insieme” degli insegnanti con i bambini, la scoperta di nuove possibilità, la sperimentazione di strade innovative accanto a percorsi più tradizionali. Una criticità emersa da questa esperienza è il fatto che le piattaforme informatiche di cui ci siamo avvalsi favoriscono un’impostazione più trasmissiva, centrata sull’acquisizione delle conoscenze, mentre meno spazio vi trova l’esperienza della rielaborazione, della sedimentazione dei saperi e della creazione di competenze, a cui a scuola si dedicano i tempi dei laboratori, delle attività creative, della discussione e del confronto. Si potrà e si dovrà pensare a possibili percorsi educativi-didattici che utilizzino la didattica a distanza per esperienze in cui gli studenti siano protagonisti e costruttori di sapere. Ma soprattutto speriamo di tornare a scuola a settembre! A scuola e alla città, con gite, visite a musei, teatri, parchi.
Interviste ai morim
Abbiamo chiesto ai morim come abbiano vissuto questa esperienza, con quali domande e quali riflessioni finiscano questo anno scolastico, e ne sono emerse alcune suggestioni: la prima è che “i momenti di Didattica a Distanza sono stati tra i pochi, in questi mesi di emergenza, che sono riusciti a dare uno sprazzo di luce alle giornate”, altrimenti costellate dall’organizzazione di tutte le componenti scolastiche e della necessità di ricorrere alla messaggistica per qualsiasi comunicazione, cosa che, se da una parte ha aiutato, è stata soverchiante nel complesso delle giornate. E così “vedere i bambini e le bambine era il momento di gioia, il momento in cui si riusciva ad essere più positivi, cercando di ritrovare l’atmosfera della classe”. Alcuni morim hanno condiviso lo spaesamento iniziale, sottolineando come la DAD sia stata una vera e propria avventura. “Da un giorno all’altro cambiare completamente il modo di insegnare non è stato facile. Abbiamo inizialmente lavorato per tentativi, cercando di capire quali potevano essere le soluzioni migliori”. Si è in certi casi lavorato con gli alunni individualmente, mentre “in condizioni di normalità noi siamo abituate a confrontarci quotidianamente con il gruppo classe nel suo complesso, cercando, per quanto possibile, di soddisfare le singole richieste di attenzione dei bambini, ma il tempo che si riesce a dedicare loro è sempre troppo poco”. Anche la scuola dell’infanzia ha utilizzato la Didattica a Distanza: “all’inizio Zoom si limitava a momenti di saluto e condivisione dei piccoli momenti della quotidianità, con il trascorrere del tempo ha assunto sfumature differenti. Sono state infatti proposte attività ludiche per potenziare le competenze linguistiche, cognitive, matematiche e scientifiche del gruppo classe”.
La quinta ci saluta
Quest’anno scolastico è stato strano per tutti, ha interrotto la routine e impedito lo svolgimento delle tante cerimonie che caratterizzano la vita della scuola. Una situazione particolare è quella di chi conclude un ciclo di studi e si prepara a cambiare insegnanti, compagni e contesto scolastico, senza i riti di passaggio tanto attesi: gli esami, la lunga gita di fine quinta, le canzoni per i morim, la consegna dei diplomi e anche i pianti o i canti liberatori. Ecco, qui di seguito, la trascrizione di una conversazione avvenuta tra gli alunni della classe quinta della Scuola Primaria, che l’anno prossimo saranno alle medie, in questo mondo così cambiato.
Bilancio degli anni passati, qualche previsione e speranze per il futuro
Alcuni di noi hanno seguito il percorso scolastico dal nido e Liam ha detto che quando è arrivato in questa scuola si è trovato subito molto bene, ha fatto amicizia con bambini che sono diventati amici speciali come Oliver, Eithan David… continua il suo racconto dicendo che sono stati fortunati perché hanno trovato morot non severe e abbastanza buone che nei momenti liberi facevano giocare. Libì continua dicendo che nei momenti di bisogno le morot consolavano rinunciando anche a svolgere la lezione per sedare una lite. Penelope pensa che le morot siano state molto brave, ma ha sofferto quando alcuni morim, per tanti motivi, hanno dovuto lasciare la scuola. Maia afferma che in questi cinque anni hanno avuto delle morot che sono diventate delle seconde mamme e che molto piacevoli sono state le gite e i corsi di teatro, clownerie, capoeira. Nathan sostiene che sono stati anni magnifici e gli dispiace che alcuni compagni siano partiti o non siano più a scuola. Noemi, Yael ed Elia ricordano di essere arrivati da un’altra scuola e di essersi subito trovati bene, Yael ricorda che nell’altra scuola era tutto diverso, le amiche erano meno simpatiche e ha dovuto impegnarsi per raggiungere il livello dei compagni. Elia conosceva alcuni bambini, ma ne ha conosciuti di nuovi e secondo lui più simpatici. Joel pensa che gli anni trascorsi alla scuola primaria siano stati fantastici e anche se ci sono state divergenze tra i compagni, questa è una bella classe con delle morot molto brave; adesso è una tristezza perché è arrivato il Coronavirus che ha interrotto la nostra serenità: certi bambini si sono rinchiusi in loro stessi non potendo vivere la vita come sempre, si sono sentiti isolati nei sentimenti. Leo F. dice che sarà strano fare gli esami di ebraico ed ebraismo su zoom e Roby aggiunge che ora ricevono molti più compiti. Giulia dice che quest’anno è stato diverso, ma questo non significa che sia stato brutto, anzi è stato bellissimo perché poteva vedere e sentire le voci dei suoi compagni online grazie alle nuove tecnologie. Sara è certa che alle medie cambierà tutto e che si dovranno abituare, Penelope si immagina la scuola media abbastanza difficile ma è certa che se tutti si impegneranno ce la potranno fare perché, dice Vivi, le maestre ci hanno dato delle buone basi e il bello è che ogni mattina ci siamo sempre alzati felici di venire a scuola!
Le materie ebraiche
Nel lungo periodo di chiusura della scuola, per i bambini delle Scuole dell’Infanzia e Primaria, le insegnanti si sono dovute mettere in gioco, nelle modalità più creative e disparate, per offrire ai bambini una continuità didattica che necessariamente doveva essere diversa da tutto ciò a cui si era abituati. Il contatto fisico e la relazione quotidiana venivano sacrificati, ma soprattutto sarebbe mancata la condivisione in presenza dei momenti più emotivamente coinvolgenti, quegli eventi collettivi in concomitanza alle ricorrenze ebraiche, indispensabili per la pregnante atmosfera ebraica che normalmente si respira a scuola. Cosa fare? Quale strumento virtuale poteva sopperire a tutto ciò? Ecco che Zoom, tra tutti, è risultato per la didattica a distanza “dal vivo”, scusate l’ossimoro, nostro prezioso alleato. Amato e odiato da noi insegnanti allo stesso momento… Non abbiamo potuto farne a meno quando la sua versatilità doveva essere sfruttata anche per le nostre celebrazioni in diretta. I momenti insieme sono andati a completare le preziose creazioni e attività di tutte le insegnanti della scuola dell’Infanzia, che hanno mandato a bambini e bambine delle proprie sezioni, e condividendo tra tutti, materiale di ogni tipo: audiostorie illustrate, originali e a tema, messaggi augurali, tutorial di cucina e pasticceria, presentando ricette della tradizione insieme a novità “light”, tutorial per lavoretti manuali e con elementi della natura, storie recitate dalle morot in persona o sceneggiate con pupazzetti e personaggi, musiche tradizionali registrate appositamente… per fare solo alcuni esempi. Si è quindi riusciti ad invitare virtualmente tutti i bambini e le bambine in occasione degli eventi ebraici, coinvolgendoli nella remote instruction. Lo stesso è valso per i bambini e bambine della scuola Primaria, che invece hanno avuto un vero e proprio programma di didattica a distanza, anche per le materie ebraiche. I momenti condivisi sono stati vari, a partire dall’immancabile kabalat shabat settimanale, per passare dalla festa di Purim in maschera, al seder didattico di Pesach e proseguendo con i canti e balli di Yom Haazmaut vestiti in bianco e blu, le “storie in pigiama” intorno ad un falò virtuale per Lag Baomer e infine al racconto del dono della Torà e della meghillá di Ruth, in occasione di Shavuot. L’obiettivo di salvaguardare l’aspetto identitario della scuola, delle celebrazioni, dei rituali e delle tradizioni, è stato raggiunto. I collegamenti in diretta sono stati uno strumento prezioso in questo senso, perché nonostante tutte le limitazioni e i difetti hanno permesso, alle famiglie coinvolte, di non soffrire di una peggiore situazione di isolamento. Team Infanzia Primaria Referente Ebraismo