di David Zebuloni
Se Israele fosse la Grande Mela, Noa Kirel sarebbe senza dubbio una popstar del calibro di Beyoncé. Diventata nota su YouTube nel 2015, all’età di soli 14 anni, Kirel può vantare oggi una carriera da far invidia ad artisti ben più datati di lei. Già giudice di due Talent Show televisivi, con decine di successi da primo posto in classifica e altrettanti tormentoni radiofonici, un milione di followers su Instagram e decine di milioni di visualizzazioni su YouTube, Noa Kirel è considerata una delle artiste più apprezzate del paese. Specie dai più giovani.
A far parlare di lei sul Washington Post tuttavia, non è stata la sua vittoria al MTV Europe Music Awards come miglior artista israeliana e nemmeno il contratto multimilionario firmato con l’etichetta discografica americana Atlantic Records, ma il fatto che si sia recentemente arruolata nell’esercito militare israeliano. “Una giovane popstar diventa soldatessa e l’esercito israeliano prova ad adattarsi”, recita il titolo dell’articolo.
A caratterizzare infatti l’arruolamento di Noa, è stata la presenza di tutti i media nazionali, che hanno aspettato la giovane cantante fuori dai cancelli della base militare, muniti di telecamere e microfoni. Moltissime le domande rivolte al padre e manager Amir Kirel, che ha risposto ai giornalisti assicurando loro che la figlia avrebbe fatto tutto il possibile per servire lo Stato, senza rinunciare assolutamente alla propria carriera. Così è stato. Sei mesi sono passati dal giorno dell’arruolamento e Noa Kirel sembra più impegnata che mai. In questi mesi ha lanciato due nuovi singoli e ha continuato ad apparire in numerosi programmi televisivi.
Tornando al titolo del Washington Post, l‘esercito israeliano ha effettivamente dovuto riadattare il proprio concept di leva militare per andare incontro alla popstar. Nonostante Noa Kirel non sia stata la prima celebrità ad arruolarsi, nessuno del suo calibro fino ad ora aveva indossato la divisa dal colore verde. Ad esempio, il giorno dell’arruolamento stesso era stato anticipato di due settimane, in modo tale che lei potesse affrontare la procedura burocratica da sola e non insieme alle sue coetanee. Un trattamento che non era mai stato riservato a nessun altro soldato prima di lei. “È stata una vera sfida riuscire ad arruolare Noa”, ha dichiarato a riguardo un esponente dell’esercito israeliano. “Tuttavia l’obiettivo dell’esercito israeliano è quello di dare a chiunque l’opportunità di servire lo Stato. Ognuno a modo suo.”