di Nathan Greppi
Non si ferma il fenomeno dello Zoombombing, in cui hacker neonazisti si infiltrano in eventi su Zoom legati al mondo ebraico o ad altri loro bersagli per sabotarli e fomentare disordini. Nemmeno un mese dopo ciò che è successo a Lia Tagliacozzo, stavolta è toccato ad un evento organizzato per vari licei dal comune di Cinisello Balsamo (MI), nel quale si parlava della Giornata della Memoria assieme a Raffaele Mantegazza, docente di Pedagogia Interculturale all’Università Bicocca.
“Non appena ho visto comparire sul monitor il logo con cui si era registrato un utente, mi sono subito insospettito,” ha raccontato Mantegazza a Radio Lombardia, spiegando che il logo era il volto di Hitler. “Hanno iniziato a imprecare, insultare e gridare “ebrei ebrei ebrei” … Le voci andavano e venivano. Ma quello che si capiva chiaramente era che erano tanti e, soprattutto, abbiamo capito che si trattava di un’azione dall’interno. Cioè, da una delle classi interessate.” Gli organizzatori hanno tentato di cambiare piattaforma, ma “non c’era niente da fare: ci stavano inseguendo. Continuavano a gridare e insultare”, ha spiegato Mantegazza. Alla fine, gli organizzatori hanno dovuto interrompere l’evento.
Mantegazza si occupa della diffusione queste forme di estremismo tra i giovani sin dagli anni ‘90 tramite varie pubblicazioni; in particolare, nel suo libro del 2019 Lettera a un neonazista spiegava come i giovani che percorrono questa strada devono prendersi le responsabilità delle proprie azioni, e non incolpare solo i loro educatori.