Joe Biden (foto Michael Stokes)

Gli Stati Uniti chiedono all’Autorità Palestinese atteggiamenti più democratici

Mondo

di Paolo Castellano

A maggio dovrebbero svolgersi le elezioni palestinesi. Si usa il condizionale perché si vocifera che Mahmoud Abbas, leader dell’Autorità Palestinese, possa posticiparle per motivi politici e organizzativi. Tuttavia l’Unione europea insiste nella sua opera di persuasione sulla leadership palestinese affinché venga rispettato il calendario elettorale. Ma gli Stati Uniti sono d’accordo sulla posticipazione?

Secondo Jewish Press, al contrario dell’Europa, l’Amministrazione Biden potrebbe adottare un approccio più permissivo. Lo ha rivelato il 19 aprile una fonte anonima palestinese vicino agli Stati Uniti al quotidiano Al-Quds.

In base alle rivelazioni, è stato riportato che Biden avrebbe affidato al Dipartimento di Stato il fascicolo palestinese, precedentemente gestito dalla CIA durante gli anni dell’Amministrazione Trump. Per queste ragioni, Biden avrebbe l’obiettivo di richiedere una svolta “più democratica” all’Autorità Palestinese in cambio di maggiore collaborazione. Dunque, il tema delle elezioni palestinesi è importante nel quadro dei rapporti diplomatici tra le parti.

Secondo la fonte anonima, gli Stati Uniti potrebbero accettare un rinvio delle votazioni in cambio di cooperazione sulla sicurezza in Medioriente e di un’impegno verso la democratizzazione dei territori palestinesi.

Secondo i media israeliani, la fuga di notizie sulla disponibilità americana potrebbe essere un test per registrare le reazioni dell’Autorità Palestinese e dell’Unione europea.

D’altronde, negli scorsi giorni la stessa Autorità Palestinese ha ribadito al quotidiano al-Quds che respingerà tutte le proposte europee sullo svolgimento delle elezioni se Israele non consentirà le votazioni nell’area di Gerusalemme Est.

Linea politica ribadita anche dall’OLP che ha dichiarato che “non ci saranno elezioni senza Gerusalemme Est“.