di Redazione
Il rabbino Haïm Korsia, rabbino capo di Francia, il pastore François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia e Mohamed Moussaoui, presidente del Consiglio francese del culto musulmano, hanno firmato una lettera sul quotidiano Le Figaro, il 22 luglio, intitolata “Essere vaccinati è essere custode del proprio fratello”.
In questo testo, i tre rappresentanti delle fedi protestanti, ebraiche e musulmane chiedono alla popolazione di andare a farsi vaccinare e di convincere chi ha dei dubbi sull’interesse e l’opportunità a farlo, e criticano le manifestazioni degli oppositori ai vaccini con le stelle gialle: “Niente potrà mai essere paragonato alla Shoah. Niente”.
Un appello accorato per l’unico gesto di fratellanza (la francese fraternité) che si possa e si debba compiere in questo frangente.
Il testo integrale della lettera dei leader religiosi
Da marzo 2020 e dall’inizio della pandemia di Covid-19, in molti si sono improvvisati virologi, epidemiologi o altri tipi di specialisti. Abbiamo visto sfilare sui plateaux televisivi eminenti specialisti ognuno con la sua idea sulla stagionalità del virus, i trattamenti possibili e la sua risposta a questa o quella molecola.
Che si tratti di telelavoro o meno, il virus è diventato il cuore di tutte le conversazioni e molti hanno deciso che la loro opinione equivalesse a quella degli esperti, tanto si mettono in mostra su media improvvisati. Tanto più se “i fatti sono completamente contraddetti dalla mia opinione”, come amava tratteggiarlo Xavier Gorce.
Da più di sei mesi e dal lancio del primo vaccino, ci sono altrettanti specialisti in vaccinazione o RNA messaggero. Per non parlare delle più assurde teorie del complotto che circolano sui social.
Tutti gli studi oggi dimostrano l’efficacia della vaccinazione, in quanto protegge da malattie e contaminazioni. Inoltre, è imperativo incoraggiare attivamente la vaccinazione per consentirci collettivamente di tornare gradualmente a una vita normale. Perché di questo si tratta, proteggere la popolazione da un virus devastante per riconquistare la libertà.
Sì, libertà! Libertà di intrattenere gli amici, cenare fuori, andare al cinema o viaggiare. Cose semplici nella vita ma che sono essenziali per la felicità dell’essere sociale che siamo, senza avere permanentemente sulla testa la spada di Damocle della contaminazione con questo virus mutante, sempre più pericoloso e formidabile.
Quindi dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per convincere gli scettici e combattere gli oppositori della vaccinazione, che con il pretesto della libertà vogliono affermare il loro diritto di essere un pericolo per gli altri. Questi ultimi sostengono la libertà, uno dei pilastri essenziali del nostro trittico repubblicano, come uno spaventapasseri per gridare allo scandalo o addirittura al complotto. Una minoranza di francesi ad alta voce, e talvolta anche indecentemente, le loro libertà individuali di rifiutare il vaccino contro la pandemia che sta devastando il pianeta.
Protestiamo per aver visto nelle strade del nostro Paese manifestanti sfilare con indosso delle stelle gialle. Niente potrà mai essere paragonato alla Shoah. Niente.
Joseph Szwarc, sopravvissuto al Vel d’Hiv, ce lo ha ricordato con grande emozione e lo sottoscriviamo pienamente. Le vignette, gli slogan e le immagini che fanno un parallelo tra le richieste di vaccinazione e la deportazione di massa e poi lo sterminio degli ebrei da parte del Terzo Reich sono una vergogna.
I firmatari di questa lettera sono impegnati con tutte le loro forze e tutta la loro anima, con le loro più profonde convinzioni, al più pieno e universale esercizio delle libertà. Innanzitutto la libertà di coscienza individuale, la libertà dei credenti e quella dei liberi pensatori, e più in generale nella nostra Repubblica, fortunatamente laica, la libertà di opinione, la libertà di espressione e il corteo di altre libertà che ci hanno lasciato in eredità le battaglie del nostro padri e antenati. Molti di loro hanno dato la vita per questi valori che dobbiamo custodire e ai quali tanti nostri contemporanei non hanno ancora o non hanno più accesso.
Se manifestare è un diritto, non tutto è permesso e non certo le vergognose aggregazioni che cercano solo di scioccare. Non commettere errori al riguardo. “La libertà è sempre la libertà dell’altro” diceva Rosa Luxembourg. È inammissibile giustificare la libertà per giustificare una postura che ostacola la libertà degli altri, essendo un bonus, suscettibile di mettere a rischio la salute degli altri.
“Libertà, che delitti si commettono in tuo nome” esclamò Madame Roland sul patibolo, salendo i gradini dove l’aveva condotta il Terrore. Oggi, nel cuore della pandemia, in Francia non c’è Terrore, dittatura, impalcatura per nessuno. È la fragile impalcatura delle nostre società umane che è minacciata nella sua complessità, nella sua fragilità e nell’interdipendenza senza precedenti di tutti gli esseri umani, e oltre, di tutti gli esseri viventi, ovunque sul pianeta. Della dittatura c’è solo quella delle leggi statistiche della propagazione virale e delle mutazioni casuali. E del Terrore c’è solo quello ispirato dall’ignoranza, dalla sfiducia, dalla disinformazione e da alcuni profeti di sventura con oscuri disegni.
Speriamo quindi che le nostre voci unanimi portino forte, chiaro e lontano quando vogliamo qui solennemente significare che evocare la propria libertà personale di rifiutare l’atto di solidarietà e fratellanza della vaccinazione è una deviazione assoluta da questo meraviglioso attributo che è il nostro libero arbitrio.
Non è ovviamente nelle nostre competenze richiamare qui il ragionamento scientifico che fa della vaccinazione, accanto alle precauzioni elementari nelle nostre interazioni, l’unica arma di fronte al virus. O meglio, dovremmo dire, l’unico scudo. Scudo individuale e scudo collettivo.
Perché rifiutare il vaccino non è solo rischiare per sé i colpi del virus, è praticamente armare il proprio corpo, come si sgancia una granata, per trasformarlo in un dispositivo potenzialmente fatale, che colpisce alla cieca e a caso intorno a sé. Al di là dell’affermazione della nostra libertà, è la legge naturale e i fondamenti più essenziali della coscienza universale che condannano un tale capovolgimento della nozione di libero arbitrio da sostituire alla guerra di ciascuno contro il virus la guerra di tutti contro tutti.
Inoltre, in queste circostanze eccezionali, la regola collaudata che afferma che la libertà di ciascuno finisce dove inizia la libertà degli altri non ha più alcun significato, poiché siamo tutti allineati sulla stessa linea del fronte, senza possibilità di ritiro. Perché viviamo in una società in cui i nostri diritti implicano doveri.
La vaccinazione non è quindi solo una misura di autotutela e solidarietà, è l’esatto contrario di un atto di aggressione individuale e collettiva.
Di fronte al virus, il nostro motto repubblicano “Libertà, uguaglianza, fraternità” è minato perché non siamo uguali di fronte a esso e la nostra libertà è temporaneamente limitata dalle necessità della lotta alla salute. La fraternità deve quindi restare il pilastro più solido della nostra società. Un pilastro di fronte alla pandemia, ma anche di fronte alle tante altre minacce che minacciano l’umanità e anche l’intera biosfera.
Quando sarà necessario lottare contro le inevitabili pandemie future, contro i cambiamenti climatici, contro le disuguaglianze enormi tra le popolazioni della Terra, l’esercizio del libero arbitrio dissidente non salverà nessun viaggiatore che si dichiari un clandestino per liberare meglio stesso dalle comuni necessità e leggi assunte da altri.
Necessità e leggi comuni? Quale?
La risposta è semplice.
Non ucciderai.
Verrai vaccinato.
O in maniera meno biblica e più repubblicana, farsi vaccinare è essere protetti e proteggere gli altri.
Essere vaccinati è essere “il custode di tuo fratello”. Essere vaccinati per essere finalmente liberi.