di Redazione
Le Olimpiadi Tokyo 2020 si stanno per concludere nel segno dell’emozione: per l’Italia, 40 splendide medaglie, molte inaspettate e storiche, come l’Oro nel salto in alto di Gianmarco Tamberi, l’Oro storico nei 100 metri di Lamont Marcell Jacobs e della staffetta 4×100 con Lorenzo Patta, Lamont Marcell Jacobs, Eseosa Desalu, Filippo Tortu, strappato per un centesimo agli inglesi (Ops, we did it again!); e poi il magnifico Argento di Vanessa Ferrari e la quinta finale olimpica di Federica Pellegrini. E ancora tante altre storie e volti che l’Italia non dimenticherà facilmente, una estate fantastica per l’Italia più bella. La staffetta, in particolare, è stata l’espressione di un Paese multietnico che sa cogliere il meglio dalla voglia di vincere e di affermarsi con il carico di un passato non sempre facile.
E anche il Paese multietnico per eccellenza, Israele, ha lasciato il segno in queste Olimpiadi, con quattro medaglie, due bronzi e due fantastiche medaglie d’Oro: Linoy Ashram nella Ginnastica ritmica individuale all-around, femminile, e Artem Dolgopyat nel corpo libero maschile.
Ashram, 22 anni, ha saputo entusiasmare il pubblico con esercizi impeccabili in cui, alla precisione tecnica, ha unito espressività e carisma. È la prima donna israeliana a vincere un Oro olimpico: “Lo sogno da tutta la vita”, ha dichiarato al sito Times of Israel. La compagna di squadra Nicol Zelikman è arrivata settima assoluta, dimostrando che Israele ha molto da dire in questa specialità. Visibilmente emozionata, Linoy ha ascoltato l’Hatikvà mentre la bandiera israeliana si alzava alle spalle del podio più alto. La ginnasta ha così conquistato per Israele la terza medaglia d’Oro olimpica, dopo quella vinta pochi giorni prima da Artem Dolgopyat nel corpo libero e quella di Gal Friedman nel windsurf alle Olimpiadi di Atene nel 2004.
Artem Dolgopyat è nato in Ucraina il 16 giugno 1997 e all’età di dodici anni si è trasferito con la sua famiglia in Israele. Non parlava ancora ebraico e le prime difficoltà di inserimento nel Paese erano compensate dalla passione per la ginnastica e dalla assidua frequentazione della palestra. Ha partecipato ai Giochi olimpici giovanili di Nanchino 2014 terminando decimo nel concorso generale individuale, ottavo nel corpo libero e quinto nel cavallo con maniglie. Ora, ai Giochi olimpici estivi di Tokyo 2020 è divenuto campione olimpico nel corpo libero, terminando l’esercizio avanti allo spagnolo Rayderley Zapata e al cinese Xiao Ruoteng. È stata la prima medaglia olimpica assoluta vinta da Israele nella ginnastica.
I due bronzi conquistati da Israele a Tokyo sono di Abishag Semberg nel Taekwondo 49 kg, femminile, e dagli atleti del Judo misti Tohar Butbul, Raz Hershko, Li Kochman, Timna Nelson Levy, Peter Paltchik, Gili Sharir.
Ma queste Olimpiadi hanno dato a Israele anche un momento di grande emozione con la commemorazione, per la prima volta dopo quarantanove anni nel corso di una inaugurazione olimpica, degli undici atleti israeliani uccisi dai terroristi palestinesi alle Olimpiadi di Monaco 1972. “Finalmente c’è giustizia per i mariti, i figli e i padri assassinati a Monaco – hanno detto le vedove Ankie Spitzer e Ilana Romano, presenti alla cerimonia -. Abbiamo passato 49 anni di lotta e non ci siamo mai arrese. Non possiamo trattenere le lacrime. Questo è il momento che stavamo aspettando”.
La foto di Artem Dolgopyat è di Lindsey-Wasson / REUTERS; la foto di Linoy Ashram è di Lionel BONAVENTURE / AFP