di Nathan Greppi
Fin dove può spingersi un uomo per vendicare la morte della propria amata? E fin dove può spingersi una nazione per difendere la propria sicurezza? Queste domande sono alla base della serie thriller israelo-americana Hit & Run, di cui la prima stagione è uscita su Netflix il 6 agosto.
Segev Azulai (Lior Raz) conduce una vita felice tra il lavoro come guida turistica e il matrimonio con la ballerina americana Danielle (Kaelen Ohm). La sua vita viene sconvolta il giorno in cui la moglie viene investita mortalmente. Nei giorni seguenti una serie di eventi e scoperte sull’identità della moglie faranno capire a Segev che potrebbe non essere stato un banale incidente, e lo porteranno a recarsi a New York, dove oltre a cercare risposte dovrà fare i conti con un passato che voleva dimenticare.
Nel thriller Hit & Run sono presenti molti temi impegnativi: si va dal dubbio in merito a quanto sappiamo realmente sulle persone più importanti della nostra vita, le quali potrebbero tenerci nascosti dei segreti per amore o per opportunismo, per arrivare al valore della famiglia per i padri divorziati, e le difficoltà che devono affrontare per stare vicino ai loro figli e dimostrargli quanto ci tengono. Ci sono poi vari temi di carattere politico, come la complessità dei rapporti tra gli USA e Israele. Viene esposto anche il cinismo con il quale i servizi di spionaggio di entrambi i paesi sfruttano qualunque mezzo ritengano necessario per raggiungere i propri obiettivi.
Un elemento fondamentale, sia sul piano tecnico che della sceneggiatura, riguarda i continui stacchi con i quali si alterna la narrazione presente con i flashback dei vari personaggi, che ci fanno capire come niente è come sembra.
Tra gli autori della serie vi sono lo stesso Lior Raz e Avi Issacharoff, già creatori della celebre serie israeliana Fauda, di cui il primo è uno degli attori principali. Non a caso i fatti e i nomi della storia, seppur inventati, si ispirano ad eventi tragici legati alle vite degli autori: Raz da giovane aveva una fidanzata di nome Iris Azulai, che nel 1990 venne massacrata di coltellate da un palestinese che, pur finendo in carcere, anni dopo fu tra i prigionieri rilasciati per liberare il soldato Gilad Shalit. E come il protagonista, anche Raz si recò negli Stati Uniti, dove divenne la guardia del corpo di Arnold Schwarzenegger.
Come in Fauda, anche in questa serie non mancano le scene d’azione e i colpi di scena che tengono lo spettatore con il fiato sospeso, spingendolo ad andare fino in fondo per scoprire come andrà a finire. Va segnalata anche la presenza nel cast di Lior Ashkenazi, tra i volti più noti nel cinema israeliano degli ultimi vent’anni. Il finale dell’ultimo episodio lascia presagire che prima o poi uscirà una seconda stagione che, si spera, sarà all’altezza della prima.