Il regista americano Spike Lee

Vent’anni fa l’11/9: polemiche sul documentario di Spike Lee. L’accusa: aver inserito tesi cospirazioniste antisemite

Spettacolo

di Roberto Zadik
Sta suscitando grande polemica il documentario sull’attacco terroristico dell’11 settembre, dal titolo NYC Epicenters 9/11-2021 1/2 realizzato dal celebre regista newyorchese afroamericano Spike Lee anche se egli si difende dichiarando sdegnato “almeno prima di giudicare vi chiedo di vedere l’episodio finale della serie”. Stando a quanto riportato dal sito algemeiner.com nell’articolo uscito venerdì 27 agosto e firmato da Shiryn Ghermezian il filmato suddiviso in quattro parti e uscito sull’emittente tv HBO  nei primi tre episodi il 22 agosto è stato già accusato da alcuni di fiancheggiare tesi complottiste e antisemite. Ma il regista invita alla prudenza i suoi detrattori almeno fino al prossimo 11 settembre, quando verrà trasmesso l’ultimo atto della serie in concomitanza con il ventennale della strage.

L’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 (Fonte: Wikimedia Commons. Autore: Flickr user TheMachineStops. Credit: Robert J. Fisch)

 

Prodotta e diretta da Lee questa sua nuova fatica analizza, con la sua consueta meticolosità di questo cineasta, autore di successi come Fa la cosa giusta e La 25esima ora i tragici accadimenti di quella strage e i loro retroscena riflettendo anche sulla pandemia del Covid anche se, come specifica l’articolo, non si sa ancora di cosa tratterà l’episodio finale della serie. A quanto pare secondo indiscrezioni in questo filmato ancora inedito verrebbero intervistati i membri del gruppo cospirazionista Architetti e ingegneri per l’11 settembre e il suo fondatore l’architetto Richard Gage. Fondato da lui nel 2006 l’organizzazione affermerebbe che le Torri Gemelle sarebbero state distrutte da una “demolizione controllata dall’interno in cui il nostro governo e il Mossad israeliano sarebbero responsabili”. Gage avrebbe esternato questa dichiarazione incendiaria durante un evento svoltosi nel 2012. Come se non bastasse egli ha confermato queste sue tesi antisemite lo scorso mese di maggio quando apparendo nella rubrica podcast Castello Cospirazionista sarebbe arrivato a dire che “Israele ha tratto beneficio dagli attacchi dell’11 settembre” definendo “decisamente ovvio” il coinvolgimento dello Stat ebraico” anche se ha negato con forza di provare qualsiasi sentimento antiebraico dicendo “non mi riferisco assolutamente a tutti gli ebrei”.

In risposta a tutto questo, l’algemeiner riporta l’intervento dell’Anti Defamation League che sottolinea come in un podcast del 2019 Gage incoraggiasse invece a leggere il libro di Christopher Bollynv in cui si scaglia contro gli ebrei e Israele colpevoli dell’11/9. Ma basterebbe questo a definire antisemita il documentario di Lee? Intervistato lunedì 23 agosto dal New York Times, Lee ha difeso la propria scelta di inserire le illazioni cospirazioniste di Gage nella sua opera. Egli ha detto “spero che il risultato di questo documentario sia di stimolare una riunione del Congresso della Casa Bianca riguardo all’11 settembre. Il mio intento è quello di informare, poi la gente decide cosa pensare, mi affido all’intelligenza del pubblico”. Come ha sottolineato il sito non è la prima volta che questo autore pungente e ribelle viene criticato. Infatti lo stesso Lee riguardo alle polemiche scatenate da suoi film come Fa la Cosa Giusta accusato di razzismo e Mo Better Blues definito “antisemita” ha risposto “che la gente pensi quello che vuole. Intanto sono ancora qui al mio quarantesimo anno di carriera cinematografica”.

(Foto in alto: Spike Lee ai Peabody Awards nel 2011. Autore: Alex Oliveira/startraksphoto.com)