di Paolo Castellano
Un omaggio visivo al Primo Levi più nascosto, inedito e inaspettato. Photo Levi (Acquario edizioni) è infatti una raccolta di 27 fotografie attraverso cui il lettore potrà catturare i dettagli, le espressioni, le atmosfere dei momenti pubblici e privati dello scrittore ebreo torinese. Ogni istantanea è accompagnata dai testi di Marco Belpoliti, saggista e uno tra i più grandi esperti dell’opera di Levi.
Sfogliando le pagine, ci si muove su un arco temporale di 50 anni. La prima fotografia è un ritratto da studente di Levi. Colpisce lo sguardo da ragazzino fiero e spavaldo. Una sfumatura inedita dello scrittore che nel 1943 verrà catturato dalle milizie nazifasciste e trasportato ad Auschwitz nel febbraio del 1944 per essersi unito a un gruppo di partigiani in Valle D’Aosta.
Per molto tempo, le fotografie contenute in questo volume sono rimaste nell’ombra: dimenticate o rinchiuse dentro agli album di famiglia. Inoltre, in circolazione non ci sono molte immagini di Levi perché lo scrittore ebreo non amava la vita mondana e preferiva di gran lunga la tranquillità della sua casa in Corso Re Umberto a Torino.
Tuttavia, le immagini che balzano subito all’occhio sono quelle in cui Levi non aderisce all’immaginario da icona della Memoria alla quale i media e la scuola hanno abituato i lettori. Lo si evince dalla fotografia scattata nel 1963 al Ninfeo di Villa Giulia a Roma dove si sta svolgendo la cerimonia per assegnare il prestigioso riconoscimento letterario, il Premio Strega.
Durante l’evento, diversi fotografi immortalano i volti dei protagonisti della serata. Tra di loro c’è anche Carlo Riccardi, uno dei paparazzi della dolce vita romana, che cattura una particolare espressione di Primo Levi: lo scrittore sembra un ragazzino con un portamento da divo del cinema neorealista nonostante sia un uomo maturo.
«Ed ecco apparire sulla pellicola, nel riquadro di carta sensibile, un Levi ragazzo, quasi infantile nonostante i suoi quarantaquattro anni […] Eppure questa immagine rivela qualcosa di Levi che la sua amica, l’ebrea ungherese Edith Bruck, anche lei una ex deportata nel Lager, ha indicato come “la sua parte infantile”», commenta Belpoliti nel testo che accompagna l’immagine contenuta nel libro.
Levi è ai tavoli del Ninfeo di Villa Giulia perché il suo libro, intitolato La tregua e pubblicato da Einaudi, è stato selezionato tra i 5 finalisti per il premio Strega. Il riconoscimento verrà poi assegnato a un’altra grande scrittrice ebrea, Natalia Ginzburg, che quell’anno pubblica sempre con la casa editrice torinese il romanzo Lessico Famigliare.
Le fotografie degli scrittori non raccontano soltanto la loro biografia ma anche gli ambienti che hanno abitato. Le case degli autori hanno un grande fascino perché contengono le tracce dell’arte della loro scrittura. Nel 1985, il fotografo svizzero René Burri, membro della prestigiosa agenzia Magnum, si reca a Torino a casa di Levi. Il fotografo vuole cogliere l’autore nel suo ambiente domestico. Per questo motivo viene creato un ritratto inconsueto di Levi che si trova al centro di un soggiorno ordinato ed essenziale, dove lo scrittore tiene lo sguardo fisso sullo schermo del suo computer, un Mac Apple. Riguardo all’arredamento della casa, Levi spiega a Burri che il suo alloggio ha conservato negli anni un aspetto anonimo e impersonale: «Abito casa mia come abito all’interno della mia pelle».
Insomma, Photo Levi è una miniera di informazioni sulla vita di Primo Levi. Curiosità che emergono dall’analisi di scatti che i lettori potranno gustare appieno per approfondire la complessità e la duplicità di uno degli scrittori italiani più conosciuti al mondo. Come specifica Belpoliti, le ultime fotografie di Levi, scattate prima della sua tragica morte avvenuta nel 1987, ci restituiscono uno sguardo “perso altrove”: «La foto non può dirci cosa prova il testimone, lo scrittore, l’uomo Primo Levi […] Nella macchina fotografica questa immagine. Bella e commovente».
Marco Belpoliti, Photo Levi, Acquario edizioni, pp. 125, euro 20,00
Foto in alto: Primo Levi tra i giovani all’inaugurazione di un monumento ai caduti (1977, foto Paola Agosti)
Altre immagini dal libro di Marco Belpoliti: Primo Levi vince il premio Bagutta (1967, foto Carla Cerati); la sorpresa alla notizia della vittoria del premio Strega per La chiave a stella (1979, foto Angelo Palma); con Philip Roth (1986, archivio La Stampa); alcuni ritratti giovanili.