di Roberto Zadik
Se il 27 gennaio 1945 rappresenta il Giorno della Liberazione dal lager di Auschwitz, il 20 gennaio 1942 invece rischiava di essere l’inizio della definitiva conclusione di secoli di ebraismo occidentale. Quel giorno infame alcuni fra i principali gerarchi nazisti, quindici membri di punta del Terzo Reich, fra cui due personaggi particolarmente spietati come Reinhard Heidrich e Adolf Eichmann, si riunirono in una lussuosa villa sulle rive del lago di Wansee per pianificare nei minimi dettagli e con raggelante precisione quella che gli storici definiscono “la macchina dello sterminio”.
Israel Hayom ricostruisce il contesto di quei verbali così meticolosamente preparati da Eichmann e ritrovati da alcuni ufficiali americani casualmente nel 1947, che puntavano all’eliminazione definitiva degli 11 milioni di ebrei presenti in vari Paesi europei, dalla Francia, alla Svezia, dall’Inghilterra alla Romania, destinati a efferate deportazioni e al massacro nei campi di sterminio che da allora iniziarono l’avvio e l’implementazione della cosiddetta “Soluzione finale del problema ebraico”.
Un piano agghiacciante di organizzazione, amministrazione e logistica del massacro, del quale proprio Heidrich, che morì in un attentato a 38 anni nel giugno del 1942 quattro mesi dopo la conferenza, e Eichmann, giustiziato in Israele nel 1962, furono fra i principali artefici di un incontro che si rivelò di fondamentale importanza nello sterminio antiebraico, nonostante già da una decina d’anni fossero in atto episodi di terribile antisemitismo, si pensi alla Notte dei Cristalli e alle stragi nei territori dell’Unione Sovietica, occupati dai nazisti con l’Operazione Barbarossa iniziata il 22 giugno 1941.
A Wansee, in una riunione durata solamente un’ora e mezza, i quindici alti ufficiali nazisti programmarono le tappe e la logistica di un massacro di proporzioni smisurate. L’articolo di Israel Ha Yom, firmato da Eldad Beck, descrive anche la lussuosa villa berlinese e il contesto altamente privilegiato in cui vennero decise inenarrabili atrocità. L’edificio, costruito nel 1915 e acquistato dai nazisti nel 1941, era diventato la residenza estiva delle SS in vacanza, in cui i vari gerarchi potevano rilassarsi nelle sale da biliardo e da concerto, mangiare e bere a sazietà e contemplare la vista sul lago. Beck ha sottolineato con indignazione che non tutti i responsabili di quei documenti vennero processati e quanto accadde a quella villa successivamente al 1942. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale essa venne utilizzata prima dai soldati russi e americani, poi divenne un centro educazionale voluto dal Partito Socialdemocratico tedesco e attualmente è diventata un luogo di studio e di visita specialmente da parte delle scuole.
Ma cosa c’era scritto in quei documenti? In quindici pagine vennero utilizzati, volutamente, termini ambigui come “evacuazione”, “trattamento”, “riduzione” e la rigorosa suddivisione delle “mansioni” fra i diversi dipartimenti governativi e i compiti dei “vari specialisti competenti”. A questo proposito l’autorevole storica ebrea americana Deborah Lipstadt, studiosa specializzata nella Shoah, ha affermato “leggere quel protocollo è raggelante”. Evidenziandone il linguaggio profondamente enigmatico, la Lipstadt ha ricordato come in quelle pagine siano riportati “la lista dei Paesi e il numero di ebrei che i nazisti intendevano eliminare. Circa undici milioni di persone, avevano piani molto ampi”. Come ha sottolineato un interessante articolo apparso lo scorso 8 gennaio sul Jerusalem Post a nome del conferenziere e studioso Yoav Tenenbaum specializzato in relazioni internazionali, “La conferenza di Wansee ha messo in pratica le parole di Hitler nella maniera più efficiente possibile”. Essa infatti ha brevettato un piano industriale estremamente coordinato e organizzato, come ha detto Tenenbaum, “per eliminare completamente un popolo dalla faccia della terra”. A causa di quei provvedimenti, ha ricordato, “gli ebrei erano destinati a sparire in poco tempo” evidenziando che la Germania , che fino a quel momento era uno dei Paesi più sviluppati al mondo, avvalendosi della zelante collaborazione di Paesi come Francia, Ucraina, Polonia, Ungheria o Lituania “aveva raggiunto un abisso senza precedenti in duemila anni di persecuzioni europee”.
Questo ottantesimo anniversario della “Soluzione finale” è stato commentato anche da storici autorevoli come l’attuale direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzato Voghera. Sulla pagina facebook del Memoriale della Shoah intitolata Accadde oggi ha ricordato “ragionare sulla conferenza di Wansee significa interrogarsi sull’evento storico che in maniera più esplicita denuncia il progetto di sterminio degli ebrei europei” . Il Memoriale ha affermato “rappresenta un luogo estremamente significativo specialmente se collegato a quella conferenza. Dalla Stazione Centrale partivano i treni verso i campi di sterminio ed era uno dei punti nevralgici per far funzionare la macchina dello sterminio seguendo le indicazioni verbali e non scritte fornite da Hitler”. Voghera ha concluso che dopo la Guerra “la riflessione degli storici si concentrò sui documenti fondamentali di Wansee e sui suoi verbali che rappresentano il documento più importante contro il negazionismo”.
Su questo tema è intervenuto anche lo storico Michele Sarfatti che ha ricordato come “questa conferenza era stata già decisa e predefinita da tempo e non si trattava di un episodio isolato quanto di una parte fondamentale di un processo costantemente guidato dalla mano di Hitler, che dava indicazioni spesso orali al suo stretto gruppo di gerarchi che controllavano tutto”. Sarfatti ha evidenziato che fino a quel momento “la politica verso gli ebrei, per quanto fosse estremamente violenta e persecutoria, prima di allora sembrava mirare soprattutto all’espulsione degli ebrei dalla Germania”. Ma dall’autunno 1941, e c’è forte dibattito fra gli storici per individuare il periodo esatto, la decisione fu sempre più diretta verso lo sterminio in un’ottica che “trovò la sua realizzazione fra il settembre 1941 e il gennaio 1942 e che era stato fortemente voluto da Hitler fin dall’inizio”.