di Paolo Castellano
Il 3 febbraio, FakeReporter, associazione israeliana contro la disinformazione, ha pubblicato i risultati di un’inchiesta sulle centrali iraniane di fake news che hanno condotto operazioni mediatiche sulle piattaforme social per influenzare l’opinione pubblica dello Stato d’Israele.
L’associazione ha infatti scoperto che un’unità di disinformazione iraniana avrebbe creato una campagna su Facebook e altre piattaforme durante l’ultima escalation militare tra Israele e Hamas. Agenti iraniani avrebbero prodotto notizie false per far leva sull’indignazione di individui ebrei nazionalisti e ultraortodossi iscritti a Facebook, Twitter e Telegram.
Come ha sottolineato FakeReporter, l’obiettivo degli iraniani sarebbe stato quello di alimentare “una guerra religiosa”, amplificando “paura, odio e caos”. Su un gruppo Facebook chiamato Aduk è persino apparsa una foto del primo ministro israeliano Naftali Bennett che stringe la mano ai leader della Corea del Nord e della Turchia. Il fotomontaggio è stato accompagnato dalla seguente didascalia: “La democrazia israeliana è in pericolo”.
Per di più, in Rete è stato diffuso un video di una rissa tra un parlamentare israeliano di estrema desta armato di pistola e un parcheggiatore palestinese. Alla clip è stato abbinato il commento: “È un peccato che non gli abbia sparato in testa”.
Come riporta Jerusalem Post, la presunta campagna iraniana prevedeva anche di creare malcontento per la partecipazione araba alla coalizione di governo, demonizzando il partito islamista.
Ai microfoni della BBC, un portavoce di Facebook ha dichiarato che i gruppi iraniani sono “persistenti e dotati di buone risorse nel tentativo di sfruttare le piattaforme dei social media”.