Tra ONG, Amnesty, media e videogame la moda di attaccare Israele non passa. Tutti in silenzio?

Taccuino

di Angelo Pezzana [La domanda scomoda]

In un recente rapporto di 211 pagine Amnesty International, conosciuta in tutto il mondo come la ong dei diritti umani, ha accusato Israele di essere uno Stato di “apartheid”, esattamente come lo era il Sud Africa, per come tratta i palestinesi cittadini israeliani, inclusi quelli che vivono in Cisgiordania e a Gaza. Niente di nuovo,  tutto ha inizio nel 1948, con la proclamazione dello Stato, quando ebbero inizio le guerre dei paesi arabi che avevano come obiettivo la distruzione dello Stato ebraico. Invece di raccontarla giusta, Amnesty ha capovolto la Storia, le guerre che Israele ha dovuto combattere erano tutte di difesa, fino alla più recente dello scorso anno, con il lancio da parte di Hamas di migliaia di missili da Gaza.

Qui non si tratta di ignoranza, quanto piuttosto della continuazione di una menzogna diffusa attraverso una ong che gode di una fama che non merita.
Non è da meno il servizio (già proiettato nel 2016) della durata di un’ora,  andato in onda su Rai Tre il 6/2/2022 nella rubrica “Radici” condotta da Davide Demichelis, molto simile alle menzogne targate Amnesty. Ecco come lo commenta Deborah Fait su informazione corretta: “protagonista Lyas, un arabo israeliano, fa da guida in Israele.  La prima immagine è una cartina geografica di Israele coperta dalla parola PALESTINA in grandi caratteri. Lyas racconta che è stato costretto a venire in Italia per iscriversi a Medicina perché “Israele fa selezioni molto severe per gli studenti arabi”. Una menzogna, le università israeliane sono piene di studenti arabi, evidentemente Lyas non ha superato l’ esame di ammissione, come succede anche a studenti ebrei, che poi decidono di iscriversi in Italia. Poi tocca al muro che divide Baka, il  muro della vergogna, evitando di dire il motivo per cui è stato costruito, una barriera difensiva per fermare l’ingresso ai terroristi. Durante tutto il servizio, dal Mandato britannico in poi, risuona la parola ‘Nakba’, catastrofe, così come la responsabilità dei campi profughi nei vicini paesi arabi che si sono sempre rifiutati di integrarli, è attribuita a Israele. Lyas si augura che tutti i profughi (dal ’48 sono oggi milioni) ritornino”.

Terzo esempio: il videogame antisemita “I cavalieri di Al Aqsa” , scaricabile su internet anche in Italia. Nel videogioco si possono ascoltare canti e inni tipici della jihad arabo-palestinese mentre il giocatore è invitato a colpire e uccidere armato di kalashnikov, mitra, pistole, coltelli e asce il maggior numero di soldati israeliani.
Amnesty International, Rai Tre, Video Jihad antisemita: come reagiscono i nostri media, senza eccezione alcuna, in vendita in edicola ? Al momento in cui scrivo (9.02.2022) silenzio assoluto. Vediamo se qualcuno si risveglia.
Nel prossimo numero un resoconto.