(Nella foto da sinistra Gabriele Nissim, presidente Gariwo, la senatrice Liliana Segre e la coordinatrice Gariwo Martina Landi. Fonte: Comune di Milano)
di Marina Gersony
Giornata dei Giusti 2022: è stata una mattinata molto intensa e significativa quella che si è svolta ieri al Monte Stella di Milano con la cerimonia di scoprimento delle nuove targhe al Giardino dei Giusti dedicate a coloro che hanno lottato per la libertà e contro i genocidi e le intolleranze, a cui ha fatto seguito, in pomeriggio, il Convegno internazionale Mai più genocidi. Il comandamento morale dei Giusti nella sede prestigiosa della Sala Alessi del Comune di Milano.
Mai come ieri, in un momento di grande tragedia per tutta l’umanità, il decennale di questa Giornata ci ha ci richiamato alla responsabilità che ogni essere umano è chiamato ad assumersi nel proprio tempo. Come in questi giorni drammatici dell’invasione dell’Ucraina che ci costringe a scegliere come comportarci e come agire. Si rivela quindi più lodevole che mai la mission di Gariwo, acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide, l’ONLUS con sede a Milano e collaborazioni internazionali, che dal 1999 lavora senza sosta per far conoscere i Giusti, uomini e donne, che hanno fatto – e ancora oggi possono fare – la differenza con il loro comportamento quando il Male prevale: perché il Bene è il più potente strumento educativo utile per prevenire genocidi e crimini contro l’Umanità.
Particolarmente toccante e insieme pragmatico l’intervento di Gabriele Nissim, presidente di Gariwo, che ha riassunto un sentire sempre più diffuso tra coloro che aspirano alla pace: «Il nostro pensiero va a tutti i ragazzi ucraini che volevano una vita di democrazia e di libertà e si sono ritrovati in un inferno per una guerra non decisa da loro. E ai ragazzi russi che sono stati arrestati perché stavano protestando contro la guerra. Questi ragazzi sono pronti a soffrire e a sacrificarsi per valori alti che segnano il nostro essere uomini su questa terra. I ragazzi di Kiev la loro battaglia l’hanno già vinta, oggi essere europei significa essere tutti ucraini». Ha poi aggiunto Nissim: «Parliamo dei Giusti di ieri assieme a quelli di oggi perché è la comparazione che permette di interrogarsi sui meccanismi della responsabilità. Non c’è una ricetta a priori per comprendere il tragitto della scelta di un individuo di fronte alle sfide della Storia, perché il meccanismo interiore cambia di situazione in situazione, ma se si fanno paragoni tra i diversi contesti se ne capisce meglio lo spirito. Per questo, non è la vetrina di santi ed eroi, ma il luogo del bene possibile alla portata di tutti. Senza la mobilitazione costante dei singoli richiamati dalla loro coscienza, la Convenzione delle Nazioni Unite per la prevenzione dei genocidi non potrebbe mai vivere, perché anche la migliore istituzione è sempre alimentata da una partecipazione democratica dal basso e dall’azione dei cittadini». (Leggi anche editoriale di Gabriele Nissim).
Tra le personalità presenti alla Giornata dei Giusti 2022, hanno partecipato, tra gli altri, Elena Buscemi, presidente del Consiglio comunale di Milano; Liliana Segre, senatrice a vita; Laura Boldrini, presidente del Comitato permanente della Camera dei deputati sui diritti umani nel mondo; Alice Wairimu Nderitu, Special Adviser dell’ONU per la prevenzione dei genocidi; Pietro Kuciukian, Console onorario della Repubblica d’Armenia in Italia; Christopher London, storico dell’arte e discendente di Henry Morgenthau; Laura Rossi, professoressa associata di letteratura russa presso l’Università degli Studi di Milano e socia di Memorial Italia; Mordecai Paldiel, già direttore del dipartimento dei Giusti di Yad Vashem; Godeliève Mukasarasi, Giusta sopravvissuta al genocidio in Ruanda; Dolkun Isa, presidente del World Uyghur Congress.
Ecco di seguito alcuni interventi:
LILIANA SEGRE, senatrice a vita: «Alle notizie di bombe, di persone che scappano e che muoiono di questi giorni io ho pensato ai quattro Cavalieri dell’Apocalisse. Abbiamo avuto la pandemia, la malattia, la morte, la guerra, l’odio, la fame. Che cosa ci manca?».
ALICE WAIRIMU NDERITU, Special Adviser dell’ONU per la prevenzione dei genocidi: «Di fronte all’orrore, i Giusti hanno lottato, spesso mettendo a rischio se stessi, per difendere il diritto inalienabile di ogni essere umano a vivere in pace e sicurezza. I loro atti di eroismo costituiscono un esempio per tutti noi. In un mondo in cui continuano a essere commessi atroci crimini, dobbiamo continuare ad appellarci alla responsabilità degli Stati, delle organizzazioni regionali e internazionali. Ma dobbiamo anche ricordarci che i passi compiuti dagli individui possono generare cambiamento. I Giusti ci mostrano quale sia il sentiero da percorrere e il loro esempio costituisce una eredità che dobbiamo preservare. Oggi rendiamo omaggio anche a Raphael Lemkin, che osservò la dinamica della violenza esercitata contro gli individui solo per quello che erano, e si batté con grandi sforzi per l’adozione della Convenzione del 1948 per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Come ha osservato Lemkin, il genocidio e altri crimini atroci non sono eventi singoli o casuali. Al contrario, tendono a svilupparsi in un processo dinamico. Se siamo in grado di identificare i segnali di allarme che possono portare a questi crimini, possiamo identificare anche le misure che gli Stati, la comunità internazionale e i singoli possono adottare per prevenirli».
LAURA BOLDRINI, presidente Comitato permanente della Camera dei deputati sui diritti umani nel mondo: «Ormai è chiaro che la pace non si conquista una volta per tutte e i pericoli di nuovi genocidi non sono scongiurati fintanto che i veleni dell’odio, del razzismo e dei nazionalismi estremi alimentati a scopo di consenso politico continuano ad erodere la convivenza tra le persone. Oggi questi messaggi di odio vengono amplificati dalla rete e dai social media che diventano formidabili strumenti di propaganda delle peggiori ideologie come il fascismo e il nazismo, che purtroppo continuano a far breccia tra tanti giovani. Prevenire tutto questo, prevenire i genocidi, significa allora combattere alla radice i fenomeni di odio, le discriminazioni, il razzismo e i nazionalismi. Serve quindi un grande lavoro culturale soprattutto verso i giovani, fin dai primi anni di scolarizzazione affinché venga compreso, condiviso e fatto proprio il principio fondamentale a cui si ispira la vostra azione, cioè che la distruzione di una qualsiasi minoranza non soltanto è un crimine odioso, non soltanto è un danno irreparabile per l’umanità, la cui ricchezza è costituita proprio dalla convivenza tra diverse culture, storie e fedi religiose, ma è anche un danno per se stessi, come affermava Raphael Lemkin. È per questo, che considero l’iniziativa di oggi molto importante e vi ringrazio per avermi invitata a partecipare al decimo anniversario della Giornata europea dei Giusti».