di Ilaria Ester Ramazzotti
Risale a oltre mille anni fa la lunga e ricca storia della comunità ebraica ucraina. Culla del Chassidismo e terra di origine di numerosi pensatori ebrei, nell’epoca moderna l’Ucraina ha visto il fiorire della vita ebraica e della cultura yiddish, nonostante ripetuti episodi di violenza antisemita. Situata all’estremità occidentale dell’Impero russo proclamato da Pietro I a seguito del Trattato di Nystad nel 1721, ha dato i natali a grandi maestri del pensiero ebraico. Qui, nel 1698, è nato il Baal Shem Tov, maestro fondatore del chassidismo e, nel 1772, un altro importante maestro, Rabbi Nachman di Breslav. Qui sono nate anche personalità dei tempi contemporanei come il drammaturgo yiddish Sholem Aleichem e leader sionisti e israeliani come Levi Eshkol e Golda Meir.
La storia antica degli ebrei in Ucraina
È datata al IX secolo la prima presenza ebraica nel territorio ucraino, ma c’è motivo di pensare che risalga ancora più indietro: secondo alcuni storici i cazari, il popolo del grande impero commerciale nell’Ucraina meridionale nel sesto secolo, si sono convertiti in massa al giudaismo nell’ottavo secolo. A Kiev, la prima comunità ebraica è del X secolo, anche se documenti ritrovati nella Genizah del Cairo svelano una presenza ebraica già nel 930. Nel XII secolo c’erano in città una ‘porta degli ebrei’ e il talmudista Mosè di Kiev.
Durante l’epoca moderna la comunità ebraica, attiva nel commercio e nel sistema agricolo, era una delle minoranze più caratteristiche dell’Ucraina. Tra le personalità di spicco del periodo c’erano i fratelli Lazar e Lev Brodsky, impegnati nell’industria dello zucchero. Gran parte della popolazione ebraica abitava in città, ma molti vivevano negli innumerevoli shtetl, i piccoli villaggi ebraici che punteggiavano le campagne. La violenza antisemita era all’ordine del giorno. Gli abitanti ebrei di Kiev sono stati più volte espulsi dalla città, alla fine del XV secolo e nel XVII. Nel 1648 decine di migliaia di ebrei ucraini sono stati massacrati e centinaia di comunità ebraiche distrutte dalle bande cosacche guidate da Bogdan Chmielnicki. Nel 1768 migliaia di ebrei sono stati uccisi a Uman, la città ucraina che sarebbe poi diventata simbolo del movimento chassidico di Breslav, dove il suo fondatore Rabbi Nachman di Breslav è sepolto.
Lo sviluppo del chassidismo e della cultura yiddish
Il rabbino Israel ben Eliezer, meglio noto come Baal Shem Tov, letteralmente il ‘maestro del buon nome’, fondatore del movimento mistico chassidico, è nato in un piccolo villaggio ucraino intorno al 1700, come molti dei suoi adepti. È morto a Medzhybizh, nell’Ucraina occidentale, a quel tempo parte della Corona del Regno di Polonia. La città di Medzhybizh era un importante centro ebraico dove sono nati molti importanti rabbini chassidici, tra cui Rabbi Nachman di Breslav. Da questa località il chassidismo si è diffuso in altre città ucraine come Mezritch, Chernobyl, Belz, Uman e successivamente nel resto dell’Europa orientale. A 200 anni dalla morte, Rabbi Nachman resta il punto di riferimento per la sua corrente del misticismo ebraico e ogni anno, per Rosh HaShanà, decine di migliaia di fedeli volano da Israele per trascorrere due settimane a Uman e pregare sulla sua tomba.
Ma il chassidismo non è stata l’unica corrente di pensiero sviluppata dagli ebrei ucraini. Nel XIX secolo, l’Ucraina è stata uno dei centri dell’Illuminismo ebraico, l’Haskalah, determinante anche nell’emergere della letteratura ebraica e yiddish moderna. Isaac Baer Levinsohn, nato nella città occidentale di Kremenets, per esempio, era un poeta di testi ebraici. Sholem Aleichem, nato Solomon Naumovich Rabinovich nel 1859 a Pereiaslav, a sud-est di Kiev, era un noto drammaturgo yiddish. Haim Nahman Bialik, nato in Ucraina nel 1873, è stato uno dei pionieri della poesia ebraica moderna. Anche Ahad Ha’am, saggista ebreo e uno dei principali pensatori sionisti, è nato nell’Ucraina centrale nel 1856.
In terra ucraina è sorto anche uno dei primi gruppi sionisti, il movimento Bilu, fondato da quattordici ex-studenti universitari di Kharkiv, che nel luglio del 1882 si sono trasferiti in Palestina, allora provincia dell’Impero Ottomano.
Il Novecento e la Shoah in Ucraina
A Odessa, nel 1821, si è scatenato un violento pogrom, considerato il primo dell’età contemporanea. Simili episodi contro la comunità ebraica sono poi accaduti nel 1859, 1871, 1881 e 1905. Ancora, negli anni della Prima guerra mondiale e successivi, da 50 mila a 100 mila ebrei ucraini sono stati assassinati in altri pogrom. Molto prima dell’arrivo dei nazisti, l’antisemitismo era particolarmente diffuso in Ucraina.
Nel 1913, un ebreo ucraino di nome Menachem Mendel Beilis è stato processato a Kiev con l’accusa di omicidio rituale di un bambino cristiano, Andrej Youchinskij, morto nel 1911. L’antica accusa del sangue era stata anni prima importata anche nella Russia zarista. Seppur assolto, Beilis è emigrato prima in Palestina e poi negli Stati Uniti, ma il suo caso, proprio come l’affare Dreyfus in Francia un decennio prima, ha diffuso una nuova consapevolezza sull’antisemitismo e spinto molti ad andare via. In quegli anni, parecchi ebrei hanno però partecipato alle rivoluzioni bolsceviche del 1905 e del 1917. Fra i leader e teorici marxisti c’era anche Lev Trockij, nato a Bereslavka in Ucraina da una famiglia ebraica borghese, presidente del soviet di Pietrogrado nella Rivoluzione d’ottobre. Nel 1922 è nata l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, di cui la Repubblica Socialista Sovietica Ucraina fondata nel 1917 faceva parte.
Nonostante la sua storia complessa e a tratti drammatica, negli anni precedenti la Shoah abitava in Ucraina la più grande comunità ebraica d’Europa, con circa 2,7 milioni di ebrei, pari a circa il 5% della sua popolazione. La parte occidentale dell’odierno territorio ucraino era sotto il controllo polacco quando i tedeschi hanno invaso la Polonia nel 1939, dando inizio alla Seconda guerra mondiale. L’esercito della Germania nazista, avanzando in Unione Sovietica, ha occupato Kiev nel 1941. Si calcola che durante la guerra, l’occupazione tedesca e la Shoah siano stati assassinati in Ucraina, a seconda degli studi storici, da 1 milione a 1,6 milioni di ebrei dalle Einsatzgruppen, dai battaglioni di Polizia dell’ordine, dalla Wehrmacht e dai collaboratori nazisti locali. L’episodio più drammatico e noto è il massacro di Babjn Yar vicino a Kiev, dove fra il 29 e il 30 settembre del 1941 in un profondo burrone sono stati uccisi e sepolti 33.771 ebrei per mano di soldati nazisti e di forze ausiliarie ucraine. Una pagina tra le più atroci della ‘Shoah dei proiettili’ che si è abbattuta su questa e atre terre dell’Est europeo.
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Dal Dopoguerra ai giorni nostri
Negli anni ’50 in Ucraina vivevano ancora circa 800 mila ebrei, la maggior parte nelle città più grandi. Ma come accadeva per altre situazioni e confessioni, in Unione Sovietica la vita ebraica e religiosa era fortemente repressa e emigrare non era permesso. Nella seconda metà del XX secolo, se da un lato la popolazione ebraica ucraina diminuiva, dall’altro molti residenti di origine ebraica perdevano i legami con le loro tradizioni. La vita ebraica ha iniziato a ricostituirsi solo con la fine dell’URSS, anche se nel censimento dello Stato ucraino del 2001 c’erano appena 100 mila ebrei. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica e la costituzione dell’Ucraina indipendente nel 1991 molti avevano scelto di trasferirsi altrove: sembra che l’80% degli ebrei ucraini siano partiti per Israele, gli Stati Uniti o altri luoghi.
Dopo mezzo secolo in cui l’unica sinagoga era quella di Kiev, decine di Bet ha-Knèsset e una settantina di centri di studio si sono diffusi nel Paese negli anni Duemila. Dal 2012 è aperto a Dnipro il Menorah Center, di 22 piani, con un hotel, una sinagoga, musei, bagni rituali per il mikveh, un centro sociale e ristoranti kasher.
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Nel 2020, l’Institute for Jewish Policy Research ha stimato che il ‘nucleo’ della comunità ebraica in Ucraina sia di 43 mila persone e che la popolazione ebraica allargata, comprendendo anche chi è di origine ebraica, i coniugi non ebrei e i figli di ebrei, raggiunga il numero di 140 mila. Anche numerosi israeliani hanno scelto di vivere in Ucraina. Circa 200 mila ucraini risultano invece tecnicamente idonei a fare alyiah e ottenere la cittadinanza israeliana, ma il Congresso ebraico europeo ritiene che in realtà siano 400 mila. La maggior parte vive nelle città di Kiev, Dnipro, Kharkiv, Odessa, pochi altri a Uman e anche a Leopoli, vicino alla Polonia. Ma alcuni, soprattutto anziani, abitano in città più piccole e in villaggi interni e poveri.
Nel 2021, il governo ha finalmente inaugurato il memoriale di Babjn Yar. Alla cerimonia c’era il presidente dell’Ucraina Vlodomyr Zelensky, attore e politico di religione ebraica eletto nel 2019.