Jphn Martin, La settima piaga (1823)

Le dieci piaghe: una punizione per gli egiziani, ma anche un insegnamento ai figli d’Israele di sottomettersi a D-o

Parole di Torah

di Daniele Cohenca, Ufficio Rabbinico di Milano
Fin da bambini, a scuola ed a casa, ci insegnano che le dieci piaghe che colpirono l’Egitto furono determinate dall’esigenza di colpire il Faraone e gli Egizi tutti, per le sofferenze inflitte ai figli d’Israele.

Tuttavia, se così fosse, con la sua immensa potenza, il Signore avrebbe potuto risolvere la questione in maniera molto più drastica, forse addirittura più esemplare ed eclatante; per quale ragione dunque impiegare così tanti e diversi sforzi per punire gli Egiziani?

I nostri Maestri ci insegnano innanzitutto che le piaghe non avevano come solo scopo quello di colpire gli Egiziani, ma parallelamente quello di educare i figli d’Israele alla sottomissione al Signore, in grado di operare grandi e straordinari prodigi in loro favore.

Nella Haggadah di Pesach è data grande enfasi alle 10 piaghe, vuoi con il racconto, vuoi con le discussioni dei Maestri, tutto accompagnato da numerose e diverse usanze. In particolare, leggiamo dei segni, apparentemente mnemonici, che Rabbì Yehudà attribuiva alle piaghe con un acronimo:
DEZAKH, ADASH, BEACHAV, dalle iniziali appunto delle parole che indicano le 10 piaghe (Dam, Zefardea, Kinim – Arov, Dever Shekhin – Barad, Arbe, Choshekh, Bekhorot; a queste iniziali sono state date diverse interpretazioni, tra cui una che le suddivide in categorie che seguono l’intervento Divino nel mondo e che riportiamo di seguito:
le prime tre piaghe, inflitte da Aharon con il bastone di Moshè, colpiscono gli elementi vitali per la sopravvivenza, l’acqua e la terra, in questo modo viene evidenziata la superiorità Divina sulla natura.
Le successive tre vengono inflitte da Moshè, ma senza l’uso del bastone e colpiscono animali e uomini, sottolineando così l’influenza Divina sulle creature.
Le ultime tre, cui viene accorpata l’ultima compiuta direttamente da Dio, come leggiamo nella Haggadah, vengono inflitte da Moshè con l’impiego del bastone e colpiscono elementi legati all’aria (le cavallette furono “portate dal vento”), il che enfatizza il potere assoluto di Dio su tutte le cose del mondo, anche quelle impalpabili.

Uno dei precetti positivi da compiere durante il Seder, è quello di raccontare gli eventi legati all’uscita dall’Egitto; è tuttavia chiaro che non si tratta solo di eventi storici che hanno portato alla libertà dalla schiavitù, ma di contenuti di importanza fondamentale per la nostra formazione di Popolo, per il nostro Credo e per rafforzare la nostra Fede nell’Onnipotente.

(Foto: John Martin, The Seventh Plague, 1823)