di Roberto Zadik
Non sarà Steven Spielberg ma l’ottantaduenne Bellocchio il regista dell’atteso film sul “Caso Mortara”. Si intitolerà “La conversione”. Le riprese inizieranno a giugno.
Ne hanno parlato svariati siti e il film La conversione sta già cominciando ad attirare l’attenzione mediatica prima ancora dell’inizio delle riprese. Uno degli argomenti principali dei vari articoli sul web che parlano del film sul “Caso Mortara” è il cambio di regia, dall’ebreo americano Spielberg, che ha “abdicato” dopo aver cercato affannosamente il volto dell’attore protagonista, all’italiano ottantaduenne Marco Bellocchio, arguto regista di film di alto spessore come L’ora di religione e Buongiorno, notte sul caso Moro.
Presente al Festival di Cannes per lanciare la sua serie TV Esterno Notte, l’infaticabile Bellocchio, noto per il suo interesse per le tematiche “spinose,” si occuperà di una vicenda delicata come “Il caso Mortara” che sarà al centro di questa sua nuova fatica. Le riprese inizieranno a giugno e, nel cast, ci sarà anche un poliedrico interprete come Pier Francesco Favino in una storia ambientata nella Bologna del 1858.
Ma qual è la trama de La conversione? La pellicola racconta la drammatica vicenda di un bambino ebreo bolognese, Edgardo Mortara, che viene convertito al cristianesimo per ben due volte; la prima battezzato, all’insaputa dei suoi genitori, dalla domestica che, credendolo in pericolo di vita, voleva “salvare la sua anima” in questo modo. Su questo battesimo, tuttavia, e sulla sua validità eventuale, esistono forti dubbi.
Questa conversione “clandestina” scatenò le furie dell’inquisitore locale che, venendo a conoscenza dell’accaduto (pare nel segreto della confessione della domestica stessa), invitò lo Stato Pontificio e Papa Pio IX a prendere provvedimenti visto che, secondo le leggi dell’epoca, due genitori non cristiani non potevano crescere un figlio battezzato.
Il 23 giugno 1858 il piccolo, che all’epoca aveva solo sei anni, essendo nato il 27 agosto 1851, venne “strappato” alla famiglia d’origine che perse la patria potestà, trasferito a Roma e cresciuto come fervente cattolico, divenendo poi sacerdote con il nuovo nome di Pio. Nonostante la lunga battaglia legale dei genitori e l’indignazione che ne derivò a livello internazionale, dopo la diffusione di quanto accaduto, creando un vero scandalo, noto ancora oggi come Il Caso Mortara, egli non volle tornare indietro né rivedere i suoi genitori e morì a Liegi nel 1940.
Una vicenda complessa che Bellocchio ricostruirà con la consueta meticolosità e la vena pungente tipica del suo cinema, basandosi sugli atti dell’epoca invece che sulle ricostruzioni storiche americane come intendeva fare Spielberg. Una storia italiana che “torna” in patria in un progetto che, come rende noto il sito della Rai, avrà come sceneggiatori Stefano Massini e Susanna Nicchiarelli, prodotto da IBC movies e da Kavac Films.