di Roberto Zadik
In questo ultimo difficile biennio c’è stata la compresenza di due pandemie, una sanitaria, quella del Covid 19 e una ideologica con un crescente antisemitismo a vari livelli, dalla politica, alla scuola, ai social network camuffato da antisionismo e continua ostilità antisraeliana. Per questo motivo, martedì 28 giugno, la Nuova Udai 10.0 e il suo presidente Enrico Mairov hanno organizzato assieme agli amici del Circolo del Noam, il convegno La lotta al virus dell’antisemitismo che ha visto la partecipazione di numerosi ospiti istituzionali di rilievo e una serie di interventi estremamente efficaci.
A cominciare dai saluti introduttivi di Raffaele Besso, ex presidente comunitario e presidente del Comitato Scientifico internazionale Nuova Udai, che ha sottolineato che “ogni giorno arrivano segnali preoccupanti. L’unione europea che finanzia l’istruzione palestinese che propaganda l’antisemitismo nei suoi libri di testo, l’Onu che condanna Israele con false accuse di apartheid, puntualmente smentite, la sensazione che qualsiasi accusa antisraeliana sia legittima a prescindere dai fatti come a testimoniare un antisemitismo strisciante in alcuni ambienti” . Nonostante tutto questo, egli ha aggiunto riguardo alla serata, “vedere così tanti amici della libertà presenti stasera” ha aggiunto “mi da la speranza di un mondo migliore in cui non vi sia più spazio per l’antisemitismo”.
Ma cosa sta succedendo in questo periodo in tema di antisemitismo? quale la sua storia e i suoi presupposti? A sottolinearlo Gabriele Albertini, presidente onorario Nuova Udai ed ex sindaco di Milano, che durante l’evento presentato da Luca Ceresa membro del Comitato Scientifico dell’associazione, ha evidenziato come “la definizione di virus del titolo dell’evento sia emblematica anche per l’antisemitismo” infatti, analogamente alla pandemia anche l’odio antiebraico “in questo periodo è presente nel mondo in forma acuta anche se endemica perché è un male millenario” a differenza del Covid.
Riassumendo la storia di questa ostilità, egli ha messo in luce come “abbia attraversato tutta la storia del popolo ebraico, dall’Egitto col faraone Ramses, ai Babilonesi con Nabucodonosor, ai Romani per arrivare all’industrializzazione e alle tragedie del nazismo e della Shoah”. Riferendosi al momento attualmente in corso, Albertini ha spiegato che, nonostante troppi ancora oggi lo ignorino “la nostra civiltà è fondata sulla cultura ebraico-cristiana e malgrado questo dato di fatto e il fondamentale contributo ebraico alla cultura occidentale, si pensi a nomi come Einstein e Freud, quando ci sono fasi di crisi come la pandemia si cerca una minoranza da incolpare di quanto sta accadendo. Infatti recentemente molti hanno accusato gli ebrei sia di essere i creatori del virus, che di diffonderlo come untori che ancora più paradossalmente di creare vaccini per trarne profitto attraverso industrie farmaceutiche da loro gestite”.
Analizzando non solo il percorso storico dell’antisemitismo ma anche e soprattutto l’attualità egli ha messo in luce come “l’antisemitismo crei un nemico inesistente accanendosi non solo contro gli ebrei ma anche contro la nazione che li rappresenta, ovvero Israele e generando grande confusione fra antisemitismo e antisionismo. Dobbiamo sviluppare reazioni di condanna, dalle scuole agli educatori diffondendo l’idea che gli ebrei non solo non siano responsabili dei mali del mondo bensì protagonisti di sviluppo, scienza e cultura”.
D’accordo con lui anche Letizia Moratti, vicepresidente della Regione Lombardia e Assessore al Welfare che ha ribadito la necessità e l’urgenza di “essere custodi della memoria rifiutando l’indifferenza e l’antisemitismo a tutti i livelli contrapponendo alle visioni cupe dell’odio il rispetto per i diritti umani avversando il razzismo e proteggendo la libertà”.
Fra i tanti interventi importanti quelli di due membri della scena politica israeliana come Gal Raji Segretario Generale del Movimento Giovani Laburisti e Michael Kleiner Presidente della Corte suprema del Likud. Nel suo intervento Raji ha ricordato che “per molti il conflitto fra israeliani e palestinesi costituisca un pretesto per essere antisemiti” ricordando l’importanza della coesione istituzionale nella lotta all’antisemitismo e che “quando c’è da combattere non esistono la destra o la sinistra, i laburisti o il Likud”. Nel suo intervento egli raccontando una serie di aneddoti, come la sua visita al Parlamento Europeo nel novembre 2015, ha ricordato come “l’antisemitismo non sia altro che razzismo, odio e ignoranza da affrontare con tolleranza zero e che nella lotta ad esso bisognerebbe contrastare non solo i leader ma i loro seguaci che li sostengono e li danno potere”.
Fondamentali sono stati gli interventi del presidente di Udai, Enrico Mairov presente in video collegamento a causa della sua positività al Covid e il presidente della Corte del Likud Michael Kleiner. Ideatore e promotore della serata che egli ha organizzato assieme al presidente del Noam, Davide Nassimiha, Mairov ha ricostruito la nascita della Nuova Udai 10.0 . Egli ha ricordato come “siamo arrivati fin qui, grazie a un processo durato tre anni di lavoro, siamo nati come associazione nel novembre 2019 celebrando la nostra nascita accanto al Ministro degli Esteri israeliano di allora Israel Katz”.
In merito alla serata sull’antisemitismo egli ha detto “abbiamo deciso questo evento, pensando a un anniversario tragico come gli ottant’anni dalla Conferenza di Wansee che fu un punto fondamentale per la storia del popolo ebraico. Infatti quel giorno il braccio destro del gerarca Himmler, Reinhard Heydrich, capo della sicurezza delle SS del Reich, uno dei più sadici di tutti, chiamato da Hitler “cuore di ferro” decise di applicare il sogno del Fuhrer riunendo in due ore quindici alti dirigenti del Reich per “applicare la soluzione finale”. Parlando di antisemitismo, Mairov ha evidenziato l’importanza di “conoscere la storia della Seconda Guerra Mondiale, che molti non conoscono” e che a questo proposito, a fine ottobre “Nuova Udai intende organizzare un viaggio in Israele in cui chiederemo ai nostri vertici di partecipare per presentare al presidente di Yad Vashem il progetto di realizzare una piazza centrale a nome del più grande eroe italiano di quel tempo, Giorgio Perlasca che da solo salvò cinquemila ebrei dalla barbarie nazista”.
Fra gli interventi, Kleiner ha ricordato come “l’antisemitismo sia una guerra a senso unico, visto che noi ebrei abbiamo sempre cercato di integrarci nella società. Per questo la Shoah è stato uno dei crimini peggiori dell’umanità e, oltre a fare danni in Europa, attualmente i pregiudizi antiebraici che l’hanno provocata e le pagine terribili del Mein Kampf di Hitler vengono usati anche in alcuni Paesi arabi nella propaganda contro Israele. La nuova forma di antisemitismo è l’antisionismo e spesso collega antisemitismo europeo e fondamentalismo islamico”. Da segnalare anche gli interventi di Matteo Salvini che ha espresso “la necessità di difendere Israele senza se e senza ma perché è un Paese in cui la democrazia, dell’accoglienza e dello sviluppo sono vere e proprie priorità”, il discorso dell’Assessore all’istruzione della Regione Veneto Elena Donazzan che ha ribadito il suo personale impegno nel campo dell’educazione scolastica contro l’antisemitismo sottolineando “il pericolo di quando non si conosce e si sottovaluta la realtà” e di Emanuele Segre Amar, membro del direttivo della Nuova Udai, che ha evidenziato come “anche in Italia non si possa vivere tranquilli “ e che sia necessario vigilare sull’antisemitismo e che dalla scuola, alle istituzioni, alle università, ignoranza e pregiudizio rappresentino pericoli costanti”.