Iris Apfel, icona di stile 101 anni vissuti con humor, classe e allegria

di Marina Gersony
Ha compiuto 101 anni lo scorso 29 agosto, un traguardo non da poco raggiunto con classe, ironia, allegria e buonumore. È lei, Iris Apfel, la famosa imprenditrice, la collezionista, l’interior designer e l’icona fashion dallo stile eccentrico e anticonvenzionale, la geriatric starlet, come si è autodefinita con formidabile sense of humor, capace di stupire ancora oggi per la vitalità, la grinta e la voglia di vivere nonostante l’età avanzata. Sono migliaia le visualizzazioni e i commenti sulla sua pagina ufficiale di Facebook che testimoniano la simpatia e l’affetto che la circondano. Solo il suo profilo Instagram conta oltre due milioni e 300mila follower. «Sii curioso, se non sei interessato non puoi essere interessante», è il suo motto di influencer che continua a ispirare generazioni di donne. Non a caso la sua vita è costante oggetto d’interesse mediatico ed è ampiamente documentata in articoli, interviste, filmati e libri.

 

Trucco vistoso, vestiti studiatissimi nei dettagli, accessori costosi e a buon mercato abbinati con gusto e sapienza, – senza contare gli immancabili occhiali stratosferici (ne possiede una collezione) – fin da piccola Iris capisce che saper vivere è un’arte vera e propria e che la vita va vissuta in pieno seguendo le proprie aspirazioni e inclinazioni senza farsi condizionare dagli altri. «Vivi e lascia vivere è il mio motto. Non me ne sto seduta a giudicare gli altri. È comunque più importante essere felici che vestite bene». Pensare che soltanto qualche anno fa ha stupito il mondo per le sue scelte originali accettando di essere la testimonial della nuova gamma Ds3 di Citroën. Per la serie, come ama ripetere, «regole e convenzioni sono solo una perdita di tempo».

Come avevamo già raccontato in occasione dei suoi 95 anni in un articolo su questo stesso sito, Iris Apfel, nata Barrel, venne al mondo il 29 agosto 1921 nel Queens, distretto di NY, in una famiglia ebraica. Il padre, Samuel, aveva un business nel campo del vetro e degli specchi e la madre Sadye, di origini russe, dirigeva una boutique di moda. Dopo gli studi universitari in storia dell’arte e una serie d’impieghi prestigiosi tra i quali anche come copywriter, nel 1948 Iris sposò Carl Apfel, marito amatissimo scomparso nel 2015 a Palm Beach, Florida, tre giorni prima del suo 101esimo compleanno: un matrimonio riuscito e vissuto con passione tra lavoro e vita privata. Con lui fondò nel 1950 la Old World Weavers (chiusa nel 1992), azienda tessile passata alla storia per aver arredato e restaurato la Casa Bianca sotto ben nove presidenti che hanno beneficiato dei suoi consigli di stile e buon gusto: Truman, Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter, Reagan e Clinton. Tra i vari riconoscimenti, la mostra prestigiosa che le ha dedicato nel 2005 il Costume Institute del Metropolitan Museum di New York, Rara Avis (Rare Bird): The Irreverent Iris Apfel, un grande successo per la Apfel indicata nel 2013 come «una delle cinquanta donne meglio vestite over 50» da The Guardian. Le è stata dedicata perfino una Barbie…

Riproponiamo di seguito alcune citazioni, lezioni di stile e anche di vita sempre valide (meno quando parla di pellicce, ndr) di questa donna leggendaria, ironica, caustica, irriverente, anticipatrice di tendenze e anti-minimalista per la quale «More is more & less is a bore» (meglio aggiungere, sottrarre è una noia) e per la quale la parola vecchiaia non esiste e: «Mi sono autoproclamata l’adolescente più attempata del mondo e ho intenzione di continuare così», si legge nella sua autobiografia…

 

«Quando non ti vesti come tutti gli altri non devi neanche pensare come tutti gli altri».

«Se non conosci te stessa non potrai avere mai un grande stile. Non sarai mai veramente viva. Per me il peggiore passo falso nella moda è quello di guardarsi allo specchio e non riconoscere te stessa».

«Non vedo nulla di così sbagliato in una ruga. È una sorta di distintivo di coraggio».

«Non sono bella, e non lo sarò mai. Ma non importa. Posseggo qualcosa di molto meglio: lo stile».

«Per vivere da vera newyorkese le due cose più importanti per una donna sono un autista e un cappotto foderato di pelliccia».

«La moda è qualcosa che puoi comprare, lo stile è ciò che possiedi dentro di te».

«Se sei pettinata bene e indossi un bel paio di scarpe te la puoi cavare in ogni situazione».

«Non ci sono mappe né regole per lo stile. Si tratta di saper esprimere te stessa e, soprattutto, avere attitude».

«Non mi vesto per essere osservata. Mi vesto per me stessa».

«Se non sei interessata, non sei neanche interessante».

«Nella vita devi provarci, sempre. Hai un solo viaggio. Devi ricordatelo».

«Smettere di divertirsi con la moda significa quasi morire. Devi sempre assecondare la tua fantasia».

«A Downtown la gente crede di essere alla moda. Ma vestono tutti di nero. Quello non è avere stile. È portare un’uniforme».

«Il segreto per avere stile è capire chi sei. E questa è una cosa che richiede anni e anni».

«Sono ispirata da tutto ciò che attorno a me. Sono ispirata anche dal solo fatto di essere viva, di respirare e di incontrare persone, parlare con la gente e assorbire ciò che accade attorno a me. Penso che se la gente lo facesse più spesso avremmo della moda migliore».

«Non ho nessuna regola, anche perché le infrangerei tutte».

«Se dovessi per forza scegliere tra spendere molti soldi per gli accessori o un vestito, di sicuro sceglierei gli accessori. Credo che siano i gioielli a cambiare un look, più di ogni altra cosa».

«Tutto è connesso. La politica, l’economia, la scienza e la moda sono tutte collegate. Se guardi un abito puoi vedere che è influenzato da tutte queste cose. Puoi addirittura capire cosa stesse succedendo nel periodo in cui è stato realizzato».

«Non mi interessa cosa hai mangiato a pranzo o con chi passi la notte – se sei così fortunata. Non deve interessare a nessuno cosa fai nella tua vita privata».

«Vivi e lascia vivere è il mio motto. Non me ne sto seduta a giudicare gli altri. È comunque più importante essere felici che vestite bene».