Le ripercussioni del Long-Covid: cosa è emerso da uno studio israeliano

Salute

di Michael Soncin
Anche solo un sintomo dovuto al Long-Covid può diminuire il benessere generale di un individuo di oltre il 10%. Un dato che riguarda milioni di persone in tutto il mondo. È quanto è emerso secondo una ricerca israeliana, unica nel suo genere, ad opera della Bar-Ilan University, assieme a degli ospedali nel nord di Israele.

Lo studio ha analizzato lo stato di benessere di 2.295 persone, di cui 576 che avevano contratto l’infezione da SARS-Cov-2. Ancora in attesa di peer-review, è già stato pubblicato online. Dal questionario utilizzato, redatto a cura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS, concernente il benessere soggettivo, è emerso che ad ogni sintomo riportato, vi è una diminuzione ulteriore, progressiva, del senso di benessere.

Chi ha accusato tre sintomi diversi, comuni tra chi soffre di Long-Covid, ha riportato una diminuzione del senso di benessere inferiore del 30% a paragone di coloro, simili per età e fascia sociale che non soffrono di Long-Covid.

L’epidemiologo Michael Edelstein

 

Nonostante il Long-Covid sia conosciuto, al contrario, ci sono pochi studi in merito su quanto possa costituire un problema per il proprio benessere. Ricordiamo che per Long-Covid si intendono i sintomi tipici del Covid-19 che persistono per oltre quattro settimane, nonostante il test diagnostico risulti negativo. “Questa condizione, che preclude un pieno ritorno al precedente stato di salute, può colpire, secondo uno studio pubblicato su Nature Medicine, fino ad una persona su due, potendo lasciare strascichi anche a distanza di mesi”, riporta il sito dell’Istituto Superiore di Sanità – ISS.

“Se pensiamo che la perdita del senso di benessere possa essere dovuta a causa dei sintomi del Long-Covid, questo ci porta a pensare che essi abbiano un impatto concreto e duraturo sul benessere di molti soggetti in tutto il mondo”, ha detto al Times of Israel, Michael Edelstein, l’autore principale della ricerca.

Tra gli aspetti positivi di questo studio esclusivo, si è potuto constatare che i sintomi di natura più fisica, come debolezza e dolore muscolare, non hanno lo stesso effetto a lungo termine sul benessere. Superati i 12 mesi dall’infezione, sintomi di questo genere non sono stati più rilevati.

Andando nello specifico e prendendo come campione un lasso di tempo fra i 3 ed i 18 mesi dal termine dell’infezione, gli scienziati hanno scoperto una riduzione del senso di benessere soggettivo di: 11,5% legati ai disturbi del sonno, 10,7% alla mancanza di concentrazione, 7,7% a spossatezza. Altri sintomi frequenti riconducibili al Long-Covid riguardano la perdita dell’olfatto e del gusto, ma anche problemi all’apparato respiratorio e cardiocircolatorio.

Il professor Edelstein ha spiegato che è difficile fornire numericamente la perdita del benessere, ma le statistiche dicono chiaramente quando tutto questo abbia seriamente inciso. “L’idea alla base di questo studio è che ci sono sempre più prove evidenti di un’alta percentuale di persone riportante i sintomi descritti dopo l’infezione iniziale. Il Long-Covid sarà un peso per la salute pubblica nei mesi e negli anni a venire; quindi, è importante capire in che modo influirà sulle persone”.

Un peso come spiega il professore, che dalla cura dei sintomi fisici, si estenderà pesantemente alla cura di quelli mentali nei prossimi anni. Una prova che il Long-Covid incide seriamente sulla qualità della vita.

 

Sul Long Covid

https://www.iss.it/web/guest/long-covid-cosa-sappiamo

https://www.humanitas.it/news/long-covid-che-cose-e-quali-sono-i-sintomi/

https://www.timesofisrael.com/long-covid-seriously-shakes-sense-of-wellbeing-first-of-kind-israeli-study-finds/