All’asta da Christie’s due opere di Schiele sottratte dai nazisti al cabarettista ebreo austriaco Fritz Grünbaum

Arte

di Michael Soncin

La restituzione delle opere d’arte rubate dai nazisti agli ebrei durante la Shoah rappresenta molto spesso una seconda battaglia, per chi di quel bene detiene il diritto ad essere l’originale possessore. Una di queste, durata anni, vede al centro due lavori del pittore Egon Schiele, sottratti al cabarettista ebreo austriaco Fritz Grünbaum.

I discussi capolavori sono stati ora messi all’asta dai discendenti di Grünbaum, durante un evento che si terrà da Christie’s il 17 novembre, le cui stime di entrambi i lavori, “Donna con grembiulino nero” e “Donna che nasconde il viso”, si pensa possano raggiungere la cifra complessiva di 2,8 milioni di dollari. Il ricavato verrà utilizzato per sostenere i giovani artisti, con l’istituzione della Fondazione Grünbaum Fischer.

Donna che nasconde il viso

Nella sua ricca collezione di opere d’arte, Grünbaum possedeva 81 pezzi dell’artista espressionista austriaco Schiele, oltre a lavori di Camille Pissarro, Albrecht Dürer e Auguste Rodin. Il Jerusalem Post ha scritto che Grünbaum sarebbe stato anche d’ispirazione per un personaggio che compare nel film Cabaret del 1972.

Nelle sue esibizioni il dissenso per il nazismo

Quando nel 1938 lui e sua moglie Elisabeth vennero arrestati dai soldati tedeschi, furono costretti a compilare dei documenti, tra cui uno firmato dalla moglie dove dichiarava di consegnare volontariamente le opere d’arte ai nazisti. Tutti e due vennero poi mandati nel campo di sterminio di Malyj Trostenec nei pressi di Minsk. Molto probabilmente è qui che morì Elisabeth, mentre il marito Fritz venne trasferito a Dachau, dove tenne, nell’infermeria del campo, l’ultima esibizione. Era il 31 dicembre del 1940, dopo circa due settimane morì di tubercolosi.

Oltre ad essere noto per esibirsi in pubblico, Grünbaum era conosciuto per la sua attività politica. Proprio durante il nazismo durante gli anni ’30, criticò il regime sia durante le sue esibizioni, sia all’interno di una rubrica di un settimanale di un quotidiano viennese. Ancor prima, nel 1910 schiaffeggiò un ufficiale austriaco per dei commenti antisemiti che fece, e per questo venne sfidato in un duello dove rimase ferito.

Una tortuosa battaglia

La lotta per riacquistare i discussi dipinti da parte degli eredi dei Grünbaum, Timothy Reif e David Frankel, è stata lunga ed estenuante, dovuta a problemi di prescrizione e contestazioni sul fatto che le opere non fossero mai state rubate. Uno spiraglio si aprì con una storica sentenza nel 2018 di un giudice di New York, dichiarando che gli eredi potevano portare avanti la loro battaglia in nome di una legge approvata due anni prima. La legge, l’Holocaust Expropriated Art Recovery Act, o HEAR Act, ha aiutato a semplificare le modalità e i tempi di restituzione.

Ci sono ancora altri dipinti che Reif e Frankel rivendicano essere di proprietà del loro antenato.

“Il ricavato che andrà in beneficenza onora la tradizione di Fritz Grünbaum nella volontà di sostenere generosamente gli artisti ebrei quando ne avevano bisogno durante le ore più buie della persecuzione nazista”, ha detto Reif, in una dichiarazione a Christie’s.

Foto in alto, da sinistra, Fritz Grünbaum (fonte Getty Images), a destra, Donna con grembiulino nero realizzata da Schiele, (Fonte Christie’s)