In agenda a Gerusalemme nuovi scavi archeologici alla Piscina di Siloam nella Città di Davide

Personaggi e Storie

di Ilaria Ester Ramazzotti
Fu costruita circa 2.700 anni fa e faceva parte del sistema idrico di Gerusalemme durante il regno del re Ezechia (VIII sec. a. C.). Denominata piscina di Siloam (Siloe), fungeva da serbatoio per la sorgente di Gihon, da cui l’acqua veniva deviata e immagazzinata in tunnel sotterranei. Oggi è un sito archeologico localizzato nella parte inferiore del fianco meridionale del monte Ophel, l’antico sito di Gerusalemme, che ora si trova a sud est e fuori dalle mura cittadine della Città vecchia, nell’ambito dell’area della Fondazione Città di Davide. L’Autorità Israeliana per le Antichità ha annunciato il 3 gennaio che nel sito verranno intrapresi nuovi scavi archeologici finalizzati a riportare completamente alla luce la piscina per la prima volta da quando venne costruita e che l’area dei lavori sarà visitabile dal pubblico. La Piscina di Siloam si aggiungerà tramite un percorso che inizierà nella Città di Davide e terminerà ai piedi del Kotel, il Muro del Pianto.

L’area è da tempo oggetto di studi. Nel 1880 venne scoperta un’iscrizione scritta in ebraico antico che indicava come l’acqua venisse deviata alla piscina dalla sorgente di Gihon. Il reperto, che risale ai tempi di Ezechia, è attualmente al Museo Archeologico di Istanbul. Alcuni archeologi ritengono che la piscina fosse usata per fare il mikveh, il bagno rituale, dai pellegrini che volevano purificarsi prima di continuare a visitare il Tempio. La struttura è menzionata diverse volte nella Torah. In Isaia 8:6 vengono citate le acque della piscina, mentre il versetto 22:9 fa riferimento alla costruzione del tunnel di Ezechia.

“La Piscina di Siloe nel Parco Nazionale della Città di Davide a Gerusalemme è un sito di importanza storica, nazionale e internazionale – ha dichiarato al Jerusalem Post il sindaco di Gerusalemme Moshe Lion -. Dopo molti anni di attesa, meriteremo presto di poter scoprire questo importante sito e di renderlo accessibile ai milioni di visitatori che visitano Gerusalemme ogni anno”.