di David Fiorentini
Un missile russo ha colpito una sinagoga di 113 anni nella città ucraina di Huliaipole, danneggiando gravemente l’edificio. Una fotografia delle rovine, condivisa da una pro loco della, mostra un grande buco in uno delle pareti dell’edificio.
Alla fine del XX secolo, Huliaipol contava più di 1.000 ebrei, oltre il 10% della popolazione locale. Già nel 1939 il numero era inferiore a 600, secondo lo Yad Vashem, mentre oggi conta solamente poche centinaia.
“A nome della comunità ebraica ucraina, condanno fermamente il bombardamento russo della sinagoga nella città di Huliaipole”, ha dichiarato a Ynet Moshe Reuven Azman, un rabbino ucraino affiliato a Chabad. “È ormai risaputo che i luoghi sacri non possano essere attaccati durante un conflitto armato. È un altro protocollo che i russi hanno scelto di violare. Mi aspetto che i leader mondiali condannino questo atto”.
Anche il deputato Ze’ev Elkin, immigrato in Israele dall’Ucraina, ha denunciato l’attacco, ricordando come la sua famiglia sia originaria proprio di Huliaipole ed era solita pregare presso questa Sinagoga. “Che tristezza e che rabbia. Colpire luoghi sacri e di preghiera è un evento da condannare chiaramente. Dobbiamo pretendere che non si ripeta”, ha affermato Elkin in un tweet.
Questa è almeno la terza volta che un luogo di culto ebraico viene bombardato dall’inizio dell’invasione russa. Nel marzo 2022, la Yeshiva di Kharkiv era stata colpita da un missile russo, mentre, poco dopo, anche il memoriale della Shoah di Babi Yar a Kharkiv è finito sotto il fuoco di Mosca.