Il Papa arriva a Gerusalemme. E invita Peres e Abbas in Vaticano

Israele

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Dopo essere stato questa mattina a Betlemme, papa Francesco è atterrato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, dove è stato accolto dal presidente israeliano Shimon Peres e dal premier Benjamin Netanyahu.

“Lo Stato d’Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. E il popolo palestinese ha il diritto ad una patria sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente” ha affermato il Pontefice durante la cerimonia di benvenuto.

L’incontro con il Patriarca
A Gerusalemme il Pontefice ha visitato il Santo Sepolcro dove ha ripetuto col patriarca di Costantinopoli Bartolomeo lo storico abbraccio di 50 anni fa tra Paolo VI e il patriarca Atenagora: i due quindi si sono incontrati in mezzo alla piazza, dove hanno scambiato un abbraccio fraterno. Nell’incontro ecumenico il Santo Padre ha voluto poi sottolineare la necessità di compiere ulteriori passi nel dialogo tra cristiani: “Non possiamo negare le divisioni che ancora esistono tra di noi, discepoli di Gesù: questo sacro luogo ce ne fa avvertire con maggiore sofferenza il dramma”. Per Francesco, dunque, “resta da percorrere ancora altra strada per raggiungere quella pienezza di comunione che possa esprimersi anche nella condivisione della stessa mensa eucaristica, che ardentemente desideriamo”. Il Papa auspica “la piena comunione tra cristiani” e per questo è disposto perfino ad aprire una discussione sul primato petrino. Infine rivolto a Bartolomeo dice: “dobbiamo camminare insieme spediti verso il giorno benedetto della nostra ritrovata piena comunione’

Il processo di pace
Storico e importante il gesto di papa Francesco, che si è offerto come ospite dei due leader israeliano e palestinese e ha chiesto loro di andare nella “sua casa” per un incontro di preghiera comune. E all’invito i due hanno risposto, confermando che incontreranno papa Francesco in Vaticano il prossimo mese. “Il presidente accetta l’iniziativa del Papa e ha detto di apprezzare ogni sforzo per raggiungere la pace tra Israele e i suoi vicini”, ha detto il portavoce di Peres. A ribadire, poi, che il vertice si svolgerà “in tempi molto rapidi” è stato padre Federico Lombardi, spiegando che per raccogliere l’invito del Papa l’incontro si deve svolgere prima della fine del mandato di Peres, che decorre a luglio. Quindi l’incontro potrebbe avvenire a giugno, come ha confermato il portavoce di Abbas.

Contro l’antisemitismo e l’intolleranza
Il papa ha condannato con forza l’attentato antisemita al museo ebraico di Bruxelles. “Con cuore profondamente addolorato penso a quanti hanno perso la vita nell’attentato di Bruxelles – ha detto Francesco – rinnovo la condanna per questo deplorevole gesto”.Il pontefice ha poi sottolineato che bisogna promuovere “un’educazione in cui l’esclusione e lo scontro lascino il posto all’inclusione e all’incontro, dove non ci sia posto per l’antisemitismo, in qualsiasi forma si manifesti, e per ogni espressione di ostilità, discriminazione o intolleranza verso persone e popoli”. Francesco, che visiterà il memoriale dello Yad Vashem, ha ammonito tutti sulla Shoah: “E’ una tragedia che rimane come simbolo di dove può arrivare la malvagità dell’uomo, fomentata da false ideologie. Prego Dio che non accada mai più un tale crimine”. Al termine della cerimonia Papa Francesco è ripartito alla volta di Gerusalemme su un elicottero dell’esercito israeliano dove è stato accolto dal sindaco Nik Barkat e da un gruppo di ragazzi israeliani.

La mattina a Betlemme
Papa Francesco è arrivato questa mattina a Betlemme, seconda tappa del suo viaggio in Terra Santa dopo la visita ieri in Giordania.

Nella Piazza della Mangiatoia di Betlemme il Pontefice è stato accolto con grande entusiasmo della folla, anche con grida “Viva il Papa” in italiano, tra canti, palloncini colorati e sventolii di bandiere. Sono presenti anche fedeli provenienti dalla Strisca di Gaza e dalla Galilea (Israele), nonché alcune centinaia di lavoratori migranti dall’Asia. Moltissime le etnie e le nazionalità dei pellegrini: palestinesi, israeliani, indiani, filippini, polacchi e un nutrito numero di italiani.

Per le autorità palestinesi, incontrate nel Palazzo presidenziale di Betlemme, papa Francesco ha invocato “la forza necessarie a portare avanti il coraggioso cammino della pace, in modo che le spade si trasformino in aratri e questa Terra possa tornare a fiorire nella prosperità e nella concordia”. “Salam!”, è stato quindi il suo saluto.

La situazione di conflitto tra israeliani e palestinesi “diventa sempre più inaccettabile”, dice il Papa, ed “è giunto il momento” di avere “il coraggio della pace, che poggia sul riconoscimento da parte di tutti del diritto di due Stati ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti”.

“Il Medio Oriente da decenni vive le drammatiche conseguenze del protrarsi di un conflitto che ha prodotto tante ferite difficili da rimarginare e, anche quando fortunatamente non divampa la violenza, l’incertezza della situazione e l’incomprensione tra le parti producono insicurezza, diritti negati, isolamento ed esodo di intere comunità, divisioni, carenze e sofferenze di ogni tipo”, ha detto papa Francesco durante l’incontro con le autorità palestinesi e col presidente Abu Mazen nel Palazzo presidenziale di Betlemme. “Nel manifestare la mia vicinanza a quanti soffrono maggiormente le conseguenze di tale conflitto, vorrei dire dal profondo del mio cuore che è ora di porre fine a questa situazione, che diventa sempre più inaccettabile, e ciò per il bene di tutti”, ha proseguito. “Si raddoppino dunque gli sforzi e le iniziative volte a creare le condizioni di una pace stabile, basata sulla giustizia, sul riconoscimento dei diritti di ciascuno e sulla reciproca sicurezza”, è stato l’appello del Pontefice. “È giunto il momento per tutti – ha aggiunto – di avere il coraggio della generosità e della creatività al servizio del bene, il coraggio della pace, che poggia sul riconoscimento da parte di tutti del diritto di due Stati ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti”.

Papa Francesco al Palazzo presidenziale di Betlemme. Prima tappa del viaggio a Betlemme. L’elicottero con a bordo il Pontefice, partito da Amman, è atterrato all’eliporto di Betlemme dove erano presenti, tra gli altri, il delegato apostolico a Gerusalemme e Palestina, mons. Giuseppe Lazzarotto, il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal, il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa; quindi il rabbino Abraham Skorka e il dirigente musulmano Omar Ahmed Abboud, entrambi amici di Bergoglio a Buenos Aires, che il Papa ha voluto in questo viaggio. Da oggi anche Skorka fa parte del seguito papale in questo viaggio, dopo aver rinunciato ieri alla tappa in Giordania, essendo sabato.

A ricevere il Papa nel Palazzo presidenziale di Betlemme è stato il presidente palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas), che ha presentato al pontefice la leadership palestinese. Tra questi il capo negoziatore dell’Olp Saeb Erekat, Hanan Hashrawi, sempre dell’Olp e il premier palestinese Rami Hamdallah. Al termine dell’incontro, Francesco ha lasciato il Palazzo presidenziale per recarsi in piazza della Mangiatoia a bordo di una jeep bianca scoperta, una specie di papamobile. Ha scelto di passare vicino al muro, probabilmente cambiando percorso ed è sceso dalla papamobile per avvicinarsi alla barriera di cemento che divide Betlemme da Israele.

“L’unica via di uscita in questa terra è la convivenza”. Lo ha detto il presidente palestinese Abu Mazen nel discorso al termine dell’incontro privato con il papa a Betlemme. “Gerusalemme deve essere sempre la capitale delle tre religioni monoteistiche; là devono convivere cristiani, musulmani e anche ebrei”, ha detto al Papa.

Netanyahu, ‘Apprezziamo sua denuncia antisemitismo’ – “Apprezziamo molto la strenua posizione del Papa contro l’antisemitismo, specialmente alla luce del crescente odio anti-ebraico di cui siamo testimoni in questi giorni” ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu, aprendo la seduta del Consiglio dei ministri.