di Marina Gersony
Sabato 21 febbraio, intorno alla Sinagoga di Oslo (Norvegia), si svolgerà una manifestazione per la pace dopo gli attacchi terroristici dello scorso 14 febbraio. La vera notizia è che a organizzare l’evento è un gruppo di giovani musulmani.
«Quello che dirò sabato è che se qualcuno vuole attaccare gli ebrei verbalmente o fisicamente dovrà passare prima sopra il mio corpo. Un attacco agli ebrei è un attacco contro di me e contro tutti i musulmani», ha dichiarato Yousef Assidiq, uno degli organizzatori della manifestazione (Intervista di Anav Silverman della Tazpit News Agency http://www.algemeiner.com/2015/02/19/young-muslims-want-norway-to-be-safe-for-jews/).
I partecipanti formeranno un anello umano intorno alla Sinagoga per proteggere i fedeli ebrei che, secondo la pagina di Facebook degli organizzatori ( “Fredens Ring”), già mercoledì sera contava un migliaio di persone.
«Quando gli ebrei hanno paura di indossare la kippà, la stella di David e hanno paura di andare in Sinagoga, è come se fosse un attacco contro di me», ha ribadito il giovane Assidiq -. Mi metto nei loro panni e penso a cosa proverei io se non potessi indossare il mio abito musulmano in tutta sicurezza e se avessi paura di andare alla Moschea. Fa molto male sapere che gli ebrei norvegesi hanno paura. Non è così che il nostro Paese dovrebbe essere. Per nessuno».
Assidiq lavora come coordinatore di progetti per un’organizzazione chiamata Minotenk che opera in Norvegia dal 2008. Fondata da Abid Raja, un avvocato e uomo politico pakistano-norvegese, l’organizzazione si occupa di questioni multiculturali legate alle minoranze in Norvegia.
Il presidente della Comunità ebraica norvegese, Ervin Kohn, aveva già espresso le sue preoccupazioni nell’ottobre 2014 riguardo all’antisemitismo norvegese, a un livello molto più alto rispetto alle vicine Danimarca e Svezia. Ha inoltre rilevato con preoccupazione l’uso diffuso della parola ebreo usata come insulto tra gli scolari norvegesi. In un’intervista Kohn ha dichiarato che la Comunità ebraica ha accolto con favore l’iniziativa dell’anello umano.
«Forse questo movimento potrà diffondersi in tutto il mondo, al di fuori della piccola Norvegia», ha concluso speranzoso Assidiq.