di Davide Foa
Dal deserto, alla terra fertile. Da luogo dimenticato, a centro di innovazione mondiale. Da paese povero, a stato leader nel settore delle start-up. Stiamo ovviamente parland
o di Israele. Questa storia, caratterizzata da innovazioni e progresso, ha trovato ampio spazio l’anno scorso ad Expo, all’interno del noto padiglione israeliano.
Oggi, ma soprattutto domani, le innovazioni israeliane potranno essere guardate ancor più da vicino e con ancor maggiore attenzione, grazie all’apertura di un nuovo Centro di Innovazione israeliana.
È stato Shimon Peres a presentarne il progetto, in occasione di un cerimonia speciale, tenutasi giovedì 21 luglio presso il Centro Peres per la Pace.
Come si legge su Ynet, questo nuovo centro “presenterà la storia di Israele come paese start-up”. Il centro aprirà, secondo le ufficiali aspettative, solo nel 2018.
Ad ogni modo, durante l’evento di presentazione sono stati rivelati alcuni dettagli sull’aspetto del nuovo istituto e sui suoi contenuti principali. Le protagoniste saranno le invenzioni e le società israeliane che più hanno inciso e incidono nella nostra vita di tutti i giorni; basti pensare a Waze o Viber, applicazioni note in tutto il mondo, nate in Israele.
Attenzione però, guai a chiamarlo museo! Lo stesso Peres ha tenuto a precisare, durante il suo intervento, che l’obiettivo principale del Centro è quello di riuscire a stimolare, ogni giorno, migliaia di menti creative, affinché l’innovazione israeliana non si fermi mai. “Dimostreremo che l’innovazione non ha limiti né barriere”, ha affermato Peres, che ha poi aggiunto: “Il centro permetterà a tutti i giovani – musulmani, ebrei e cristiani – di dedicarsi alla scienza e alla tecnologia allo stesso modo. (…) possiamo promuovere la pace a partire dalla gioventù, noi susciteremo l’immaginazione di ogni bambino e bambina e arricchiremo i loro sogni”.