Una comunità non è fatta solo di persone che ci stanno fisicamente vicine, che possiamo incontrare ogni giorno dietro casa.
Innumerevoli storie di esuli dispersi dalle persecuzioni, pionieri che hanno deciso di tentare la salita in Israele, ricerche personali, passioni e tragedie collettive, si intersecano con la nostra e talvolta portano molto lontano.
Come quella di Andrea Viterbi, ebreo a Bergamo fin quando le persecuzioni non lo hanno scacciato con la sua famiglia, e in queste settimane di nuovo in patria per cercare di spiegare perché abbiamo bisogno di investire sulla ricerca scientifica. Intervenendo a Milano in un importante convegno dedicato alle opportunità di investimento nell’alta tecnologia israeliana, Viterbi ha compiuto uno straordinario ritorno alle origini nella regione che fu costretto ad abbandonare quando era bambino. Un rientro per raccontare ai connazionali la sua vicenda fuori dal comune e ancora poco conosciuta.
La famiglia, racconta oggi la moglie Erna, stava serenamente festeggiando Purim, il carnevale ebraico, negli Stati Uniti, dove Viterbi è cresciuto e ha studiato fino ad affermarsi nel mondo universitario come uno scienziato di primo piano, e i bambini erano impazienti di far vedere al padre le loro maschere nuove. Ma attirare la sua attenzione non era semplice, mentre prendeva appunti su un pezzetto di carta. Scusate si era poi giustificato il professor Viterbi stavo solo facendo una riflessione, niente di importante. Su quel foglio spiegazzato stava ormai segnata la chiave che avrebbe aperto le porte all’era digitale. Una formula matematica che sta alla base della possibilità di eliminare le interferenze e proteggere le comunicazioni. Anni dopo avrebbe consentito ai telefoni cellulari di comunicare fra di loro, ma non solo, perché le intuizioni di Viterbi sarebbero andate molto più lontano.
Nell’accogliere una recente, gigantesca donazione da 52 milioni di dollari dello studioso a favore dell’ateneo che favorì il lavoro di ricercatore di Viterbi, Max Nikias, il preside della facoltà di Ingegneria dell’University of Southern California, ha sintetizzato l’impatto del lavoro dello scienziato in questo modo: «Se voleste cercare di immaginare un mondo senza le intuizioni di Andrea Viterbi dovreste tornare indietro di circa 30 anni: niente telefoni cellulari, trasmissioni televisive via satellite, previsioni del tempo scientificamente fondate e tantomeno trasmissioni video dalla superficie di Marte». La facoltà di ingegneria dell’ateneo californiano è stata ribattezzata Viterbi School of Engineering per onorare Viterbi.
Questo sito, che nella sua prima uscita pubblica è tutto dedicato al grande patrimonio di capacità, di voglia di intraprendere strade nuove e di innovare senza abbandonare le tradizioni che ci tramandiamo di generazione in generazione, le stesse qualità che hanno contribuito prima a salvare poi a rendere illustre il professor Viterbi, vuole essere un portale delle istituzioni ebraiche italiane. E in quanto tale fare da punto di riferimento agli intensi flussi di richieste e aspettative che possono pervenire dagli iscritti, dalla popolazione italiana come anche dall’opinione pubblica internazionale.
Come è noto il web ha comportato in questi ultimi anni una vistosa rivoluzione non solo nella gestione dei flussi informativi, ma anche nelle metodologie di reperimento di dati di base e della documentazione necessaria a compiere ricerche e assumere decisioni. Si può per esempio facilmente osservare una vistosa ricaduta sulla diffusione e il mercato delle enciclopedie, che sempre meno sono percepite come opere cui necessariamente ricorrere quando è necessario ottenere determinate informazioni. Un discorso analogo potrebbe essere esteso anche all’uso degli elenchi telefonici, o alle sollecitazioni che pervengono su linea telefonica o fax alle aziende e alle istituzioni. La tendenza a ridurre e canalizzare per quanto possibile proprio su Internet le richieste del pubblico in modo da migliorare l’efficienza dei servizi interni è infatti generalizzata.
Il sito dovrebbe servire a soddisfare un’esigenza informativa di base molto avvertita dall’insieme della pubblica opinione e dal mondo della scuola (chi sono gli ebrei, a quali valori fanno riferimento, come si articola la loro storia a Milano, in Lombardia, in Italia e via dicendo). Non è difficile prevedere che i contenuti di questa componente del sito possano avere un’influenza considerevole sulle informazioni in circolazione a riguardo e possano contribuire, se espresse in maniera accessibile a tutti ma contemporaneamente con rigore, a migliorare e chiarificare l’immagine degli ebrei italiani. Le innumerevoli ricerche scolastiche o altre attività educative riguardanti la presenza, la storia e la cultura ebraica che si compiono nel nostro Paese, così come pure una richiesta informativa di base espressa da parte di famiglie, comunità, semplici individui che non hanno mai nemmeno avuto l’occasione di conoscere personalmente un ebreo, potrebbero così trovare alcune risposte.
Non è difficile intuire come la ricaduta sull’immagine di cui gli ebrei italiani godono nell’insieme dell’opinione pubblica sia molto importante non solo per la necessità di combattere con tutti i mezzi informativi a disposizione un risorgente antisemitismo che attecchisce là dove l’ignoranza e la disinformazione dilagano. Il contributo dei lettori costituirà il migliore aiuto per migliorare il nostro lavoro di giorno in giorno e renderlo più efficace.