di Nathan Greppi
Quello dei fenomeni d’odio su internet, e in particolare sui social, è un tema sempre più dibattuto da più punti di vista: politico, culturale, e anche giuridico. Su quest’ultimo fronte, martedì 29 marzo si è tenuto all’Università Bocconi un dibattito dal titolo Razzismo, antisemitismo, odio in rete: quali strumenti di contrasto in Italia e in Europa?, moderato dal docente di Diritto costituzionale Oreste Pollicino. Nel corso del dibattito, è stato anche presentato il libro Diritto ed ebraismo. Italia, Europa, Israele. Sessant’anni di interventi e battaglie civili (Il Mulino, 2021) scritto da Giorgio Sacerdoti, giurista e presidente dell’AGE (Associazione Italiana Avvocati e Giuristi Ebrei).
I discorsi d’odio secondo Milena Santerini
Chi si è occupato molto del cosiddetto “hate speech”, i discorsi d’odio in rete, è Milena Santerini, pedagoga dell’Università Cattolica e coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo. La Santerini ha spiegato che già negli anni 2013-2017, quando era membro della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, per loro era finita l’idea della rete come luogo di dialogo, “ma anche di comportamenti d’odio. E cominciavamo a renderci conto, invitando i rappresentanti delle grandi piattaforme, che ci veniva proposto un discorso stereotipato.” In collaborazione con la Fondazione CDEC, negli ultimi anni ha esortato le istituzioni italiane ad intraprendere dei provvedimenti normativi contro l’hate speech, che non sempre rientra nella sfera penale ma può e deve essere stigmatizzato, al fine di limitarne la diffusione.
Ha affermato che è molto difficile capire, per quanto riguarda l’istigazione all’odio, quando c’è un passaggio dalle parole ai fatti. “Internet ha cambiato la situazione,” ha spiegato, citando studi delle neuroscienze sull’impatto della rete sul cervello. “C’è un contagio emotivo che crea ira ed è un elemento pericoloso.” Altro problema è la rimozione dei contenuti, “che in questo momento è in mano a dei privati, che spesso fanno delle scelte opinabili.” Ciò fa sì che, ad esempio, l’84% dei contenuti antisemiti su Facebook, Instagram, YouTube e TikTok non vengono censurati. Una possibile soluzione, secondo la Santerini, sarebbe quella di affidarsi meno agli algoritmi e più alla ricerca fatta da moderatori umani.
Il libro di Sacerdoti
Tornando al testo di Sacerdoti, la giurista della Bocconi Graziella Romeo ha dichiarato che esso “è un libro che si presta a tanti diversi livelli di lettura. Ci sono saggi che hanno un taglio di analisi giuridica, ma anche di riflessioni sociali più generali. È un approccio che guarda al diritto soprattutto come scienza sociale, che deve risolvere i problemi di una società con degli strumenti che non sono necessariamente giuridici.”
Nel suo intervento, Sacerdoti ha messo in risalto, ad esempio, le difficoltà che emergono a causa delle divergenze tra le legislazioni italiana e americana, in quanto la seconda tende a tutelare molto di più la libertà di parola anche quando questa si traduce in hate speech. Inoltre, “c’è spesso una sottovalutazione da parte della magistratura,” poiché secondo lui “i singoli episodi sembrano minori, ma nel complesso della facilità con cui qualcuno può prendere in rete stimoli negativi, rendono il fenomeno più inquietante.” Un esempio che ha portato riguarda quando Liliana Segre veniva attaccata in rete, e allora decise di sporgere denuncia. In tale occasione, nel gennaio 2021, la Polizia Postale acciuffò Marino Screm, gestore di un bene pubblico in Friuli, che aveva postato una foto della Segre con frasi offensive.