di Anna Balestrieri
Il 7 ottobre segna un punto di svolta nella storia contemporanea, tanto da ispirare la conferenza intitolata “Dopo il 7 ottobre. Come tutto è cambiato”, tratta dall’omonimo libro collettaneo curato da Francesco Lucrezi, docente dell’Università di Salerno, ed edito da Pasquale Gnasso. L’ispirazione per il libro è nata durante una visita a Gerusalemme, quando le vetrate di Chagall all’Hadassah hanno stimolato una riflessione profonda sull’informazione, spesso percepita come un “velo di Maia” che oscura la realtà, rappresentando gli israeliani come oppressori e i palestinesi come vittime oppresse.
Il Cambiamento dopo il Pogrom
Già dalla mattina dell’8 ottobre, il mondo sembrava stravolto. Pasquale Gnasso ha citato Lucia Annunziata come uno dei pochi giornalisti che si sono apertamente schierati in difesa di Israele, criticando l’approccio dei media che selezionano intenzionalmente interlocutori deboli per parlare a favore di Israele. La conferenza ha sollevato la questione del perché il conflitto non venga riconosciuto come una guerra al terrorismo.
Gli Eventi Organizzati da ASSET
ASSET, l’Associazione Ex Allievi della Scuola Ebraica di Torino, ha organizzato una serie di tre eventi per approfondire vari aspetti della crisi. Il primo evento, in collaborazione con Keren Hayesod, ha trattato la tragedia dei kibbutzim al confine con Gaza. Il secondo ha affrontato la “situazione perversa degli atenei”, in cui l’università di Torino era stata triste capofila di un movimento di boicottaggio ai rapporti scientifici con istituzioni israeliane.
L’incontro del 20 giugno ha ospitato interviste a docenti che hanno deciso di dissociarsi dall’antisemitismo crescente, leggendovi un pericoloso paragone con le campagne antisemite degli anni ’30. Angelica Edna Calò Livne ha voluto dare una nota di speranza, raccontando come nel suo kibbutz, così come nel Kibbutz Baram, gli arabi abbiano aiutato nella raccolta delle mele, dimostrando una coesistenza possibile. Ha ricordato le parole di Golda Meir: “Non possiamo permetterci il pessimismo“.
Reazioni del Mondo Ebraico e la Nuova Fede
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, ha definito il libro “contro-corrente”, in un panorama editoriale che sembra appoggiare maggiormente la causa palestinese. Nel suo intervento ha esplorato come la fede ebraica sia cambiata dopo il 7 ottobre, paragonando questo evento a una Shoah moderna. Il rabbino ha ricordato che la giornata del 7 ottobre può essere paragonata numericamente ad “un giorno di Shoah industriale” negli anni dello sterminio. Ha anche criticato la formazione scolastica che demonizza Israele e ha paragonato i boicottaggi universitari a quelli degli anni ’30.
Il docente Emanuele Calò ha sottolineato come, a differenza della Shoah, gli ebrei non abbiano un luogo sicuro verso cui fuggire.
Riflessioni sulla Dignità e la Civiltà
Sergio Della Pergola, nel suo intervento “Cosa è successo alla dignità dopo il 7 ottobre”, scritto a caldo dopo i drammatici eventi dell’autunno scorso, ha riflettuto sul cambiamento epocale che il 7 ottobre ha rappresentato, evidenziando come molte intuizioni si siano confermate nei fatti. Lo storico Alessandro Barbero – un “grottesco personaggio mediatico che non può essere preso sul serio, un buffone tuttologo” – ed Enzo Traverso – “autore recidivo di un libello vergognoso” edito da Laterza – sono stati criticati duramente per le loro posizioni faziose dal demografo.
Secondo Sergio Della Pergola, per troppo tempo, gli ebrei hanno evitato di combattere fino in fondo per il timore di non essere accettati. Ora è giunto il momento di rispondere con fermezza, contrastando ogni affermazione infondata, parola per parola, giorno per giorno. “Quando ho scritto sulla dignità, avrei potuto scrivere della fine della civiltà occidentale e degli imperi, che stanno abbandonando i loro valori fondamentali a favore di un’egemonia dell’Islam estremista e assassino. Il 25 aprile, nelle piazze italiane, si sono viste bandiere palestinesi, non italiane, a testimonianza di questa preoccupante deriva”.
Della Pergola ha inoltre affrontato il fallimento del dialogo interreligioso, criticando aspramente le dichiarazioni di Pizzaballa e Ravasi. Ha sottolineato il diritto degli ebrei a un trattamento equo da parte della comunità internazionale. Ha affermato il diritto alla memoria storica della Shoah e il diritto alla propria sovranità politica in uno stato indipendente. Ha evidenziato come, nel discorso contemporaneo, questi due diritti fondamentali siano spesso negati, mentre si discute in modo superficiale del diritto all’equità. Ha esplorato la complessa relazione tra Israele e la diaspora, interrogandosi se siano due entità separate o una sola. Pur riconoscendo le responsabilità politiche del massacro, ha indicato che è ormai terminato il tempo dell’ignavia.
Secondo Della Pergola, la possibilità di uno stato palestinese unico è ormai tramontata, attribuendo la responsabilità a Netanyahu e criticando Israele per non aver offerto una proposta politica concreta. Ha paragonato la situazione a quella di Pakistan e Bangladesh, poiché non esiste una ferrovia tra Ramallah e Gaza. Ha descritto come pietoso lo spettacolo visto a Ca’ Foscari, sottolineando la necessità di una corretta informazione e denunciando l’infiltrazione del Qatar nei campus universitari americani d’eccellenza.
La responsabilità politica e la fine dell’ignavia
Un tema ricorrente nella conferenza è stato il diritto degli ebrei all’equità nel trattamento, alla memoria storica della Shoah e alla sovranità politica in uno stato indipendente. Uno stato binazionale è possibile in Spagna ed in Irlanda, ricorda il professore, ma è negato per principio agli israeliani. Si è evidenziato come nel discorso contemporaneo vengano spesso negati questi diritti.
La conferenza “Dopo il 7 ottobre. Come tutto è cambiato” ha visto la partecipazione di 170 persone, offrendo una profonda riflessione sulle trasformazioni politiche, sociali e religiose seguite a un evento spartiacque. Ha invitato i partecipanti a un esame critico dell’informazione e della responsabilità collettiva nel costruire un futuro di equità e memoria condivisa.