di Viviana Kasam
Fino a pochi decenni fa le emozioni erano ritenute una caratteristica deteriore del mondo femminile. Già dal tempo dei greci, si riteneva che le donne non potessero accedere al pensiero alto, filosofico, alle decisioni etiche e politiche, in quanto vittime delle loro emozioni. Uno stereotipo consolidatosi nei secoli, teorizzato da Cartesio e magistralmente ribadito, a livello letterario, da romanzi come Madame Bovary e Anna Karenina.
Finché le neuroscienze, negli ultimi decenni del secolo scorso, non hanno scoperto che le emozioni sono invece un importantissimo strumento di pensiero, conoscenza e formazione della coscienza e dell’identità, concetti che sono arrivati al grande pubblico grazie anche al lavoro divulgativo di Antonio e Hanna Damasio (“L’errore di Cartesio”, Adelphi editore) e di Daniel Goleman (“Intelligenza emotiva”, BUR) .
Ma che cosa sono le emozioni? Gli antichi greci ritenevano fossero capricci degli dei, che per rabbia, vendetta, divertimento, le instillavano negli umani, facendoli innamorare, combattere, rapire, uccidere. Di questi raptus gli umani non avevano responsabilità, ma ciononostante ne pagavano le conseguenze, come Edipo o Paride.
Nel Medioevo, si passò invece a una visione corporea delle emozioni, piazzandole ciascuna in un organo, nel fegato (la rabbia), nella milza (la malinconia), nelle viscere (la paura), nel cuore (l’innamoramento), nella cistifellea (l’invidia). Ovunque, tranne che nel cervello. Che è invece, secondo la scienza contemporanea, la sede di tutti i sentimenti, grazie all’attività di neuroni, sostanze chimiche, impulsi elettrici. Le emozioni, dicono le più recenti teorie, provengono da stimoli sensoriali elaborati dal cervello, in un interscambio incessante e continuo tra corpo e mente che gli orientali rappresentano con l’ uroburo, il serpente che si morde la coda. Non solo. Le emozioni, secondo le neuroscienze, sono uno strumento fondamentale, che non solo riabilita il sapere femminile, ma dovrebbe essere acquisto anche dagli uomini, per affrontare le sfide del Terzo Millennio. E’ finita l’epoca dello sfruttamento, dell’aggressività, della crescita espansionistica, qualità maschili per eccellenza (come ribadisce ahimé il comportamento del maschio alfa Putin). Se vogliamo sopravvivere sono necessarie, empatia, condivisione, sensibilità, tutte qualità finora considerate retaggio delle donne.
Questa lunga premessa serve a spiegare la genesi di “Emotions”, una serie di incontri organizzati dalle Associazioni no profit BrainCircleItalia e BrainCircleLugano insieme a ELSC, il Centro di ricerca sul cervello della Hebrew University di Jerusalem e EBRI, l’European Brain Research Institute fondato a Roma dal premio Nobel Rita Levi Montalcini, alla quale il progetto è dedicato. Emotions è un forum itinerante dedicato appunto alle emozioni, che capovolge in modo provocatorio parecchi stereotipi. Il primo è la preponderanza, in tutti i convegni, di relatori uomini. Noi abbiamo invitato esclusivamente donne, 50 scienziate riconosciute a livello internazionale, provenienti dalle più prestigiose università (Oxford, Columbia, Harvard, New York University, Université de Genève, London University College, solo per fare qualche nome). Il secondo è che le emozioni sono negative: dimostriamo che sono invece fondamentali per il pensiero.Il terzo è che le emozioni dovrebbero essere represse: sosteniamo al contrario che anche gli uomini debbono apprezzarle e praticarle, se vogliamo salvare il Pianeta.
Ogni incontro analizza le emozioni da un diverso punto di vista -il programma completo è pubblicato sul sito: www.emotionsbrainforum.org.
Il prossimo appuntamento è a Milano, giovedì 31 marzo alle 9:30 (le registrazioni si aprono alle 9:00), presso il MEET, il centro di cultura digitale voluto da Cariplo e diretto da Maria Grazia Mattei, co-ideatrice di questa conferenza. Parleremo di come si possono progettare robot capaci di suscitare emozioni nelle persone che li utilizzano e della possibilità in un futuro forse non lontano, che i robot stessi possano provare emozioni. Di robot non umanoidi, ispirati all’intelligenza e alla sensibilità di animali e piante. Di come cambiano le emozioni quando si innestano negli esseri umani organi e arti sintetici o microchip, verso quella che Raymond Kurzweil, il guru del transumanesimo, ha definito la singolarità, ovvero la completa simbiosi tra uomo e macchina. Si discuterà di come l’intelligenza artificiale consenta di creare algoritmi per catturare le emozioni degli utenti su internet, sia per combattere fenomeni come il bullismo o lo stalking, sia per sfruttare le nostre emozioni per scopi commerciali e di marketing. Arrivando fino all’embodiment, una nuovissima tecnica che consente di “ingannare” il cervello e calarlo in un altro individuo, facendogli provare le emozioni del suo alias.
Temi di grande attualità e fascino, che esplorano il futuro prossimo venturo, quando i robot diventeranno i nostri compagni di vita, gli algoritmi ci condizioneranno ancora più di oggi, creando realtà e sentimenti paralleli, e la realtà virtuale rischierà di sotituirsi a quella fisica. Come cambieranno le nostre emozioni? E gli esseri artificiali, potranno provare emozioni simili alle nostre quando il metaverso si sostituirà all’universo che conosciamo, come profetizza la fantascienza?
Si alterneranno sul palco sei scienziate note a livello internazionale, di cui quattro giovani brillanti italiane, a riprova che il nostro Paese, nonostante tutto, è in grado di promuovere il talento delle donne ed ha scienziate all’avanguardia nel panorama degli studi più innovativi. Barbara Mazzolai, Alessandra Sciutti e Agnieszka Wykowska lavorano tutte presso l’Istituto Italiano di Tecnologia, fiore all’occhiello nel campo della robotica, che ha la sede centrale a Genova ma laboratori in altre dodici città italiane e due in America, a Boston. Sara Tonelli fa ricerca presso la Fondazione Bruno Kessler di Trento, un vero e proprio distretto scientifico e tecnologico con 3.500 metri quadrati di laboratori e infrastrutture scientifiche e forte di una comunità di oltre 400 ricercatrici e ricercatori. Dall’Università di Losanna verrà l’antropologa Daniela Cerqui Ducret, esperta di cibernetica, biotecnologie e rapporto tra uomo e macchine, dall’ICREA di Barcellona Mavi Sanchez Vives, neuroscienziata che studia il rapporto nei circuiti cerebrali tra gli esseri umani e la realtà virtuale e ha fatto studi estremamente innovativi sull’embodiment.
Come nei precedenti incontri, Emotions non si limiterà a parlare delle emozioni, ma cercherà di suscitarle nel pubblico. Attraverso proiezioni immersive, possibili grazie alla tecnologia avanzata di MEET, gli spettatori avranno l’impressione di entrare in un cervello virtuale in piena attività. Grazie alla tecnologia BrainWaves, le onde cerebrali delle emozioni suscitate negli spettatori dall’esibizione del giovane pianista Eri Hamakawa, animeranno immagini di origami di farfalle. Il progetto “Butterflies” è stato messo a punto per Emotions dal compositore milanese Sebastiano Cognolato.
Emotions, che ha il Patrocinio del Comune di Milano, prenderà l’avvio con un saluto dell’Assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, e della prorettrice dell’Università Statale Maria Pia Abbracchio.
L’evento è gratuito, ma è necesario registrarsi al link: