Il 26 gennaio si è svolta la conferenza Fascismi di ieri e fascismi di oggi a Palazzo Chigi. Alla tavola rotonda organizzata dall’UCEI e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri hanno partecipato il presidente UCEI Noemi Di Segni, il segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri Roberto Chieppa e gli storici Annalisa Cegna, Michele Sarfatti, Furio Colombo e David Bidussa. L’evento è stato condotto da Giorgio Giovannetti.
La conferenza non si è soltanto focalizzata sulla storia del fascismo che contribuì a perseguitare gli ebrei italiani, prima con la promulgazione delle leggi razziali del 1938 e poi con le deportazioni nei campi di concentramento, ma anche sulla nuova presenza di ideologie fasciste nel nostro tempo. Il punto comune degli interventi è stato la volontà di avviare un processo di analisi sulla presenza del fascismo nella società odierna, partendo da una lucida considerazione del passato italiano. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale il fascismo è stato davvero sconfitto?
«Il 2020 è stato un anno difficile a causa della pandemia Covid-19. Ma nulla di quello che stiamo vivendo è paragonabile, pure nella tragicità delle numerose morti recenti, alle infamie del passato», ha sottolineato il segretario Chieppa, aggiungendo che il governo italiano si stia impegnando molto nella lotta all’antisemitismo, dopo aver recepito la definizione IHRA.
Anche Noemi Di Segni ha ribadito l’importanza di avviare un serio dibattito sulla presenza del fascismo nella società moderna, che si annida soprattutto nel Web attraverso manifestazioni di violenza e intolleranza. «Oggi il fascismo viaggia in due direzioni: fa presa su coloro che non conoscono il passato dell’Italia e non sanno cosa fu il fascismo per il nostro paese. E poi, la simbologia e le frasi che ancora oggi ritornano». Il presidente dell’UCEI ha dichiarato che ci sia bisogno di una stretta collaborazione tra istituzioni e società per garantire presidi contro l’antisemitismo e i comportamenti antidemocratici.
Guardando al fascismo del passato, la storica Annalisa Cegna ha detto che è necessario smontare il luogo comune degli “italiani brava gente”. «Il fascismo fu un regime genocidario e razzista. Oggi si ha nostalgia di qualcosa che non si conosce. La violenza è stata una parte costitutiva del fascismo che ha stravolto lo Stato italiano, trasformando una repubblica parlamentare in una dittatura personale».
Il razzismo del fascismo
La matrice razzista del fascismo si concretizzò platealmente con le leggi razziali del 1938. Come ha ricordato lo storico Michele Sarfatti, “in duemila anni di presenza ebraica in Italia, l’unico tentativo di interrompere questo legame è stato fatto dai fascisti”. «Un tentativo che è fallito ma ha causato un numero di uccisioni di ebrei che – proporzionalmente – non vi era mai accaduto prima nella storia del nostro paese».
«Qua parliamo del ritorno del fascismo. Ma non c’è nessun “ritorno”! Il fascismo dall’Italia non se n’è mai andato perché una Norimberga italiana non è mai avvenuta per convenienza politica. Al termine della Seconda guerra mondiale, i partiti che guidarono la ricostruzione dell’Italia non affrontarono il fascismo per farsi accettare più facilmente in un periodo complesso e denso di pericoli che fu quello della Guerra Fredda», ha così commentato l’intellettuale ed ex-parlamentare Furio Colombo, che 20 anni fa contribuì all’istituzione del Giorno della Memoria.
Nella parte finale della conferenza è stato ospitato il contributo dello storico David Bidussa, che ha esortato le istituzioni e i cittadini a riconoscere gli elementi ricollegabili all’ideologia fascista nella politica di oggi. Premettendo che la storia non si ripete mai, non si possono tuttavia negare le analogie con il passato considerando soprattutto le attuali spinte populiste.
Per ascoltare gli interventi integrali dei relatori, si può rivedere la diretta dell’evento a questo indirizzo https://fb.watch/3gYZqdaJgl/