Le nuove forme di antisemitismo al centro della presentazione del libro “Jewish Lives Matter” in Guastalla

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di Paolo Castellano

In occasione della presentazione del libro Jewish Lives Matter (Giuntina) della giornalista Fiamma Nirenstein, il 30 novembre presso la sinagoga centrale di Milano si è svolto un evento in cui si è discusso delle nuove ondate di odio contro gli ebrei e lo Stato d’Israele in Italia e nel resto dell’Occidente. Durante la serata culturale, insieme all’autrice sono intervenuti il direttore de Il Giornale Augusto Minzolini, la Coordinatrice nazionale per la lotta all’antisemitismo Milena Santerini, il giornalista Toni Capuozzo e il presentatore televisivo Alessandro Cecchi Paone. L’incontro è stato moderato da Franco Modigliani.

Poco prima della presentazione letteraria, ci sono stati i saluti istituzionali dell’assessore regionale Claudia Terzi e dell’assessore del Comune di Milano Alessia Cappello. Inoltre, gli interventi degli ospiti sono stati introdotti dal neo-presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi. «Oggi Israele è accusato di apartheid nelle sedi internazionali dell’ONU. Questi attacchi contro lo Stato ebraico e contro gli ebrei ci devono preoccupare perché non sono la verità ma delle menzogne. Israele preserva i diritti umani ed è esempio di resistenza e resilienza sia per gli ebrei che per l’intera umanità».

Parlando del contenuto di Jewish Lives Matter, Augusto Minzolini ha elogiato Nirenstein per aver scritto “un libro coraggioso”. In riferimento al conflitto israelo-palestinese, il direttore de Il Giornale ha sottolineato che c’è in atto una “manipolazione postmoderna” per compiere una rappresentazione del mondo alla rovescia dove gli ebrei sono dipinti come “aguzzini e persecutori”. «Oggi la politica di Israele è una politica di difesa della democrazia. È una chiara realtà. Ma chi attacca lo Stato israeliano ci vuole convincere del contrario, fornendo alibi alle nefandezze di Hamas. È un meccanismo perverso: accusando Israele di compiere un’apartheid sui palestinesi, chi è antirazzista usa i meccanismi culturali del razzismo. Qui si vuole colpire l’immaginario collettivo di un popolo, il popolo ebraico, esercitando una rilettura della storia dove gli ebrei si sono trasformati in oppressori. È un’assurdità».

Secondo Milena Santerini, l’odio verso Israele è una nuova forma di antisemitismo e come tale va combattuta con l’appoggio delle istituzioni italiane. Citando lo storico Georges Bensoussan, la Coordinatrice nazionale per la lotta all’antisemitismo ha denunciato la perdita di memoria storica da parte degli italiani. «Siamo di fronte a un problema di Memoria soprattutto nella cultura occidentale dove c’è una “concorrenza delle vittime”. La Shoah è un unicum nella storia. Fiamma Nirenstein ha ragione nel dire che l’Occidente si fa male se attacca i valori su cui è fondato».

L’incontro è continuato con una riflessione sulle odierne forme di antisemitismo in Italia, soprattutto in riferimento ai recenti casi di cronaca riguardanti le accuse di genocidio a Israele in una trasmissione di Radio Statale e la distribuzione delle ristampe de I protocolli dei Savi Anziani di Sion sugli store online di Mondadori e Feltrinelli. «Recentemente ho rilasciato un’intervista a Radio Statale in cui ho specificato che non si può dire che Israele sta compiendo un genocidio di palestinesi – ha aggiunto Santerini – E poi, per ciò che riguarda la pubblicazione dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion stiamo chiedendo agli editori di non pubblicare quarte di copertina sui loro store in cui ci siano dei riferimenti inaccettabili, considerando che ci è impossibile vietare le ristampe dei Protocolli e altri testi controversi per una questione di diritto di stampa. Inoltre, abbiamo preso contatti con i più importanti motori di ricerca del Web per bloccare la diffusione di messaggi falsi sulla Shoah, come è successo con le fake news sul Covid».

Prima di terminare il suo intervento, Santerini ha ricordato le linee guida della nuova strategia nazionale per la lotta all’antisemitismo che si basa anche sulla sensibilizzazione sulla Shoah. In questo modo sarà possibile reagire più efficacemente verso le nuove forme di antisemitismo come l’antisionismo – concetto tra l’altro presente nella definizione internazionale di antisemitismo stilata dall’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA).  «Il libro di Fiamma Nirenstein è importante perché ci dice che difendere gli ebrei dall’antisemitismo significa difendere noi stessi e i nostri valori».

Perché l’odio verso gli ebrei e Israele continua ad avanzare anche in Italia? Toni Capuozzo ha sostenuto che questo sta accadendo per “un intreccio tra antisemitismo e religione dei diritti”. «Il pamphlet di Fiamma ci aiuta a capire l’ipocrisia della nostra cultura e dell’incertezza dell’oggi». Capuozzo ha aggiunto che bisognerebbe fare di più per riportare in primo piano i valori fondativi dell’Occidente, senza illudersi di combattere l’antisemitismo “imbalsamando” la storia come avviene con il Giorno della Memoria.

In questo contesto, il giornalista ha sostenuto che l’informazione gioca un ruolo fondamentale. Una buona informazione è senz’altro decisiva nel rallentare le pulsioni antisemite. Per di più, Capuozzo ha criticato l’attuale classe politica, rea di “sapere poco del mondo”, e le manipolazioni della Shoah da parte dei movimenti No-Vax. «Quando si parla di Israele come unica democrazia del Medio Oriente sembra quasi che questo sia un difetto. Oggi c’è molta confusione e sospetto. Tuttavia, dobbiamo affrontare questi intendimenti e fraintendimenti anche col mondo musulmano, parlando della condizione degli omossessuali in Cisgiordania e degli sponsor iraniani». In riferimento alla questione israelo-palestinese, Capuozzo ha terminato il suo intervento citando l’ex primo ministro israeliano Golda Meir: «La pace avverrà quando amerete più i vostri figli di quanto odiate noi».

Nel corso della presentazione, senza mezzi termini, Alessandro Cecchi Paone ha poi detto che l’Italia è “razzista, omofoba e antisemita” e che è necessario rintracciare le responsabilità educative di questa degenerazione. «Noi diamo per scontato che una sinagoga, un luogo di culto, sia difeso dall’esercito. Dobbiamo ricordarci che non è una cosa normale. Come non è normale che la Senatrice Liliana Segre, sopravvissuta e testimone della Shoah, debba essere scortata per le minacce ricevute – per non parlare di chi si è riferito a lei mostrando l’infame tatuaggio nazista». Cecchi Paone ha espresso preoccupazione per il miscuglio di antisemitismo e antisionismo presente nella società italiana. «Perché siamo difronte a questo nuovo odio contro Israele? Ritengo che ciò succeda perché per gli antisemiti è inaccettabile che un ebreo possa difendersi. Questo pregiudizio lo osserviamo anche nei media. Personalmente ritengo che in televisione bisognerebbe fare più contenuti filosemiti e filosionisti per difendere i valori di libertà, uguaglianza e fraternità che stanno alla base di quell’avamposto democratico, culturale e militare chiamato Israele».

Cecchi Paone ha inoltre consigliato agli ebrei di non lamentarsi e di combattere contro le ingiustizie antisemite, ricordando “lo straordinario passato” ebraico. Concludendo il suo discorso, il presentatore televisivo ha svelato di essersi allontanato dal movimento delle Sardine, che inizialmente aveva appoggiato, per la presenza di simboli anti-israeliani nella comunicazione degli attivisti.

L’incontro in Guastalla è infine terminato con i commenti dell’autrice di Jewish Lives Matter. Nirenstein ha fatto riferimento agli elevati livelli di antisemitismo registrati in Europa, citando anche esempi concreti come il boicottaggio del festival cinematografico LGBTQ di Tel Aviv da parte delle associazioni del mondo arcobaleno. «È una cosa ridicola dire che in Israele c’è l’apartheid. Basta andare negli ospedali israeliani dove arabi ed ebrei lavorano insieme. Basta farsi un giro al mercato. Per di più, la popolazione araba si è quintuplicata ed è meglio nutrita e più alfabetizzata».

«Ho scritto questo libro in due mesi perché ero molto arrabbiata per quel che avevo visto durante l’ultima escalation militare in cui sono stati sparatati 4500 razzi su Israele. Vedete, mia nonna mi disse che l’antisemitismo non sarebbe più ritornato dopo la Shoah. Tuttavia, dai miei genitori partigiani ho imparato che bisogna combattere per la civilizzazione e per le persone che amiamo», ha affermato Nirenstein. «Spero che questo grido di allarme venga raccolto».