100 mila in piazza per i vent’anni dall’assassinio Rabin. Clinton: “Scegliete la pace”

Israele

di Ilaria Myr

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Più di 100mila persone hanno partecipato in piazza Rabin a Tel Aviv alla cerimonia in ricordo di Yitzhak Rabin

Un gigantesco “Shalom Chaver” (“Addio amico)” proiettato sul palazzo del municipio di Tel Aviv per Yitzhak Rabin, assassinato 20 anni fa dal fanatico israeliano Yigal Amir. Circa 100 mila persone hanno ricordato sabato 31 ottobre quel 4 novembre del 1995 nella piazza che da allora porta il suo nome.

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“Il giorno in cui è stato ucciso è stato probabilmente il peggiore dei miei ultimi 8 anni da presidente”, ha dichiarato Bill Clinton durante la manifestazione in ricordo dei 20 anni dall’assassinio di Yitzhak rabin

Gli interventi
Amici israeliani, scegliete la pace, chiedono il presidente americano Barack Obama ed il suo predecessore Bill Clinton, che abitava alla Casa Bianca quando, esattamente 20 anni fa, Rabin veniva assassinato. ” Il giorno in cui è stato ucciso è stato probabilmente il peggiore dei miei ultimi 8 anni da presidente” ha dichiarato Clinton nella piazza Rabin da dietro un vetro antiproiettile.

“Dopo tutti gli scontri e le battagli che aveva combattuto, non aveva mai smesso di vedere come esseri umani anche i suoi avversari – ha continuato -. Tutti voi dovete decidere…come concludere la sua eredità, l’ultimo capitolo deve essere scritto dalle persone per le quali lui ha dato la sua vita. Dovete decidere se i rischi della pace non sono così alti come quelli del rifiutarla”.

Il presidente Usa Barack Obama è intervenuto con un video pre-registrato in cui diceva “Una pallottola può prendere la vita di un uomo, ma il suo spirito e il suo sogno di pace non moriranno mai”.

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Il presidente israeliano Reuven Rivlin ricorda Yitzhak Rabin

Molto incisive anche le parole dell’attuale presidente israeliano Reuven Rivlin, che ha dichiarato: “due decenni sono passati, e rimaniamo ancora focalizzati sulle ferite del passato e non abbastanza sul costruire il futuro. Non dobbiamo avere paura. La democrazia di Israele è abbastanza solida, e noi siamo coraggiosi e forti abbastanza per aprire le porte di Israele, così che tutti i gruppi possano giocare con noi un ruolo uguale nel dare forma al carattere e al futuro di Israele”.

Le opinioni
Di fronte alla nuova ondata di violenze, oggi il 45% degli israeliani ritiene che, se fosse rimasto al timone, Rabin avrebbe raggiunto un accordo con i palestinesi. O comunque Israele si troverebbe in condizioni migliori di quelle attuali.

Interessanti poi sono i diversi interventi usciti nelle scorse settimane sull’eredità di Rabin, pubblicati anche da Mosaico, come quello della nipote Noa, che all’epoca aveva 18 anni, e quello di Eitan Haber, il più grande collaboratore, o meglio “uomo dietro le quinte”, di Yitzhak Rabin.