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L’OLP è pronta a riprendere i negoziati di pace con Israele, ma non riconoscerà Israele come Stato Ebraico. E’ quanto ha ribadito ieri il presidente dell’Autorità Palestinese, qualche giorno dopo l’accordo siglato con Hamas per un governo unitario. La condizione necessaria per la ripresa dei dialoghi è per Abbas il rilascio dei prigionieri palestinesi, il congelamento delle costruzioni di nuovi insediamenti e un impegno da parte di Israele di discutere i confini del futuro Stato palestinese.
Il nuovo governo palestinese, che nascerà entro un mese dall’intesa fra Hamas e OLP, seguirà il programma politico della fazione da lui stesso rappresentata, e lavorerà “sotto i miei ordini e la mia politica”. Ciò significa che riconoscerà Israele, anche se non come Stato Ebraico, e che Hamas non prenderà parte alle trattative di pace.
Gelida la reazione di Israele. “Non tratteremo con nessun governo palestinese legato a Hamas e in cui Hamas condivide il potere al governo”, ha dichiarato il pm Netanyahu.
L’accordo Al Fatah – Hamas
Dopo sette lunghi anni di attriti e vere e proprie lotte interne, le due fazioni rivali palestinesi, Al Fatah e Hamas, hanno trovato un accordo per formare un governo unitario e indire insieme nuove elezioni.
“Abbiamo reso il sogno palestinese una realtà: ora la frattura è risanata e siamo uniti – ha dichiarato Azzam al-Ahmad dell’OLP -. Siamo convinti che questo sia un vero inizio e una vera partnership”.
L’accordo prevede che nelle prossime cinque settimane venga formato un governo unitario – al momento l’OLP governa la Cisgiordania, mentre Hamas la Striscia di Gaza – e che nei prossimi sei mesi vengano indette nuove elezioni presidenziali, parlamentari e regionali.
La frattura fra le due parti si era creata nel 2007, quando Hamas aveva tolto la Striscia di Gaza dalla responsabilità di Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità palestinese, lasciandogli solo il potere sulla Cisgiordania.
Non è la prima volta che le due fazioni rivali annunciano di aver trovato un accordo per un governo unitario: i precedenti tentativi erano però poi falliti. L’ultimo risale al 2011, quando avevano siglato un’intesa al Cairo, senza però arrivare a nessun risultato concreto.
L’ira di Israele
Dura la reazione di Israele. Il Ministro degli esteri Avigdor Liebermann nei giorni scorsi aveva già dichiarato che un accordo per un governo unitario palestinese porterebbe alla fine dei negoziati di pace. “Abbas deve decidere se vuole fare la pace, e con chi – ha dichiarato -. Perché è impossibile fare allo stesso tempo la pace con Israele e con Hamas, un’organizzazione terroristica che chiede la distruzione di Israele. La firma di un accordo per un governo unitario fra hamas e l’Autorità Palestinese è una firma per la fine delle negoziazioni fra Israele e l’Autorità palestinese”.
“Invece di proseguire sulla strada della pace con Israele, Abbas fa la pace con Hamas – ha aggiunto il premier Nethanyahu -. deve scegliere: vuole fare la pace con Hamas o con Israele? Spero che scelga la pace, ma ad oggi non è quello che ha fatto”.