Acqua nel deserto di Giudea

Israele

Al fabbisogno idrico di Israele può sopperire una sorgente sotto utilizzata di acqua freatica naturale. Un recente studio idrologico sul Gruppo Acquifero di Giudea, condotto dall’Istituto di scienze della terra dell’Università Ebraica, descrive l’ampiezza di una risorsa finora non sfruttata eppure potenzialmente vitale, e informa sulla natura, la portata e il percorso di questo serbatoio di acqua dolce sotto il deserto di Giudea. L’acquifero ha origine nelle montagne di Giudea e scorre in direzione nordest con sbocchi in quattro fonti adiacenti al Mar Morto: le fonti Tsukim, Kane, Samar e Ein Gedi; c’è anche qualche deflusso nel sottosuolo del Mar Morto.

Il bacino acquifero alimentato dalle piogge avrebbe un volume medio annuo di circa 100 milioni di metri cubi di cui solo il 20 per cento viene attualmente utilizzato mentre il resto si perde nel Mar Morto. Il potenziale idrico è sufficiente a fornire il cinque per cento del consumo totale attuale di acqua dolce di Israele. Il bacino potrebbe soddisfare la richiesta d’acqua potabile delle città di Ma’aleh Adumim, Betlemme e Hebron a un prezzo molto inferiore dell’attuale. Ad esempio, l’acqua di Ma’leh Adumim arriva dopo un percorso di centinaia di chilometri dal Lago di Tiberiade attraverso la Via d’acqua nazionale e questo costituisce un inutile spreco dato che l’acqua si trova letteralmente sotto di loro.

Parallelamente a questo rilevamento si sta studiando un altro problema, quello dell’interfaccia fra le acque freatiche dolci e saline in vari punti del Gruppo Acquifero, usando una nuova tecnica di rilevazione remota.

Questi due progetti hanno implicazioni pratiche sulle future possibilità dello sviluppo delle acque freatiche a beneficio di israeliani e palestinesi e per la conservazione delle riserve naturali lungo il Mar Morto.