“Il sessantesimo anniversario di Israele è prima di tutto occasione di una grande gioia. Vi ringrazio tutti per avermi permesso di rivolgermi a voi nella mia lingua materna” ha detto alla Knesset Angela Merkel.
Aveva suscitato polemiche e qualche defezione dall’incontro il fatto di tenere un discorso in tedesco al parlamento israeliano. Ma la Germania è il paese europeo che ha fatto i conti più severi con il proprio passato e oggi dimostra amicizia e solidarietà allo Stato di Israele.
Angela Merkel, cancelliere tedesco, primo capo di governo a intervenire alla Knesset (è stato modificato lo statuto interno, che consentiva l’intervento solo ai capi di Stato) ha detto: “vorrei congratularmi con Israele per tutto quello che ha fatto. La Germania sarà sempre al fianco di Israele”, la cui sicurezza “non è negoziabile”. E parlando della Shoah ha ribadito che “riempie i tedeschi di vergogna. Mi inchino davanti alle vittime. Mi inchino davanti ai sopravvissuti e davanti a tutti coloro che li hanno aiutati a poter sopravvivere. La spaccatura della civiltà a causa della Shoah non ha paragoni”.
Sul terrorismo palestinese ha affermato: “Lo dico in modo chiaro e inequivocabile: gli attacchi dei missili Qassam di Hamas devono finire. Gli attacchi terroristici sono un crimine e non conducono a nessuna soluzione del conflitto, che oscura la regione e la vita quotidiana delle persone in Israele e la vita della gente nelle zone autonome palestinesi”.
Nell’incontro con il presidente Shimon Peres, Angela Merkel ha dichiarato che il suo viaggio ha fornito un “valido contributo al miglioramento delle relazioni bilaterali tra i due paesi”, riferendosi ai diversi accordi di cooperazione. La Germania è il secondo paese, dopo gli Stati Uniti, per le relazioni commerciali con Israele e in questi anni di relazioni diplomatiche si è sempre sforzata di superare il doloroso passato.