Arrestati 7 ebrei israeliani, presunte spie al soldo dell’Iran

Israele

di Ludovica Iacovacci
Sembra che gli 007 degli Ayatollah siano andati oltre l’epidermide dello Stato ebraico agendo dal suo interno, in una clamorosa storia d’infiltrazione che scuote Am Israel. Gli occhi, le orecchie e le braccia dell’Iran in Israele sono anche di origine ebraica? Provenienti dall’Azerbaijan, sette ebrei israeliani sono stati arrestati, accusati di essere spie dell’Iran e di aver raccolto informazioni su basi militari dello Stato d’Israele prese di mira da Teheran e dalle milizie filoiraniane. I pubblici ministeri affermano che gli arrestati avrebbero svolto centinaia e centinaia di incarichi per la Repubblica Islamica. 

I sospettati sono tutti residenti ebrei di Haifa e del nord di Israele. Tra loro c’è anche un soldato che ha disertato l’esercito e due minorenni. Gli indagati sono accusati di aver fotografato e raccolto informazioni sulle basi e sulle strutture delle IDF, tra cui il quartier generale della difesa di Kirya a Tel Aviv e le basi aeree di Nevatim e Ramat David, nonché i siti delle batterie Iron Dome, riporta Times of Israel. Entrambi gli attacchi frontali scatenati dall’Iran contro Israele hanno preso di mira proprio le basi di Nevatim, mentre Rabat David è stata un obiettivo di Hezbollah.

Secondo le accuse, i sospettati avrebbero ricevuto mappe dai mandanti riguardo a siti strategici, tra cui la base Golani colpita da un drone mortale all’inizio di ottobre, oltre allo svolgimento di diversi compiti per le agenzie di intelligence iraniane e il contatto con agenti iraniani, secondo quanto affermano i procuratori in base alle scoperte della polizia e dello Shin Bet, riporta il Times.

Non solo siti sensibili: nel mirino ci sono anche cittadini israeliani. Gli accusati sono sospettati di aver raccolto informazioni su diversi connazionali. Alcune delle presunte spie sono state arrestate dalla polizia mentre lavoravano per raccogliere informazioni su un israeliano che i funzionari della sicurezza del Paese hanno anticipato fosse un target dell’Iran, ha detto la polizia israeliana secondo The Jerusalem Post. 

In cambio delle loro azioni, i sospettati hanno ricevuto centinaia di migliaia di shekel, alcuni dei quali in criptovaluta, affermano gli investigatori. Ci sono anche pagamenti instradati tramite intermediari russi che si sono recati in Israele, nonché mediatori turchi. Questa è la storia di una rete di spionaggio che coinvolge vari individui di diverse nazionalità uniti dall’amore per il “Dio denaro” e per la sovversione della sicurezza di Israele.

Secondo l’accusa, alcuni degli indagati hanno svolto attività di spionaggio per l’Iran per due anni e tutti hanno svolto attività di spionaggio dall’inizio della guerra. I procuratori hanno affermato di voler presentare un atto di accusa per reati contro la sicurezza dello Stato, chiedendone la custodia fino alla conclusione del procedimento giudiziario. Infatti le azioni dei sospettati “hanno inflitto danni alla sicurezza dello Stato”, secondo le valutazioni israeliane, ha detto lunedì l’alta agenzia di sicurezza israeliana (ISA) che lavorava a questa operazione di controspionaggio insieme a Lahav 433 della polizia israeliana e al dipartimento di sicurezza delle informazioni nella direzione dell’intelligence militare.

La “gravità e la portata” dell’incidente è “tra le più gravi conosciute da Israele”, ha detto la polizia israeliana secondo The Jerusalem Post, la quale ritiene che i sospettati abbiano agito per avidità di denaro, per danneggiare Israele e i suoi cittadini. Il procuratore di Stato ha sottolineato che questo caso si unisce a una serie di casi simili che sono stati rivelati nelle ultime settimane, alcuni dei quali hanno portato ad arresti e accuse, e altri che dovrebbero farlo nel prossimo futuro, come accaduto stamane ad altri sette israeliani – questa volta, però, arabi – arrestati a Gerusalemme con l’accusa di aver pianificato attacchi in Israele per conto dell’Iran. Secondo l’ufficio del Procuratore di Stato, il caso che riguarda i sette ebrei è una delle vicende d’indagine più gravi negli ultimi anni.

(Foto Wikimedia Commons)