di Ilaria Myr
“Eravamo al ristornate quando qualcuno ha cominciato a sparare all’impazzata. E’ difficile per me parlare di Liann”. Queste sono le dolorose parole di Ruwa Mansour, una delle tre ragazze israeliane rimaste ferite nell’attacco terroristico nella discoteca Reina di Istanbul il 31 dicembre, in cui sono morte 39 persone, fra le quali Lian Nasser, amica di Ruwa Mansour. Lo riporta Ynetnews.
Le quattro ragazze – Ruwa Mansour, di 18,5, anni, Alaa Abed Alahi, 30, Liann Nasser, 18, e Aya Ahsan Abed Alahi – originarie del villaggio arabo di Tira, erano in Turchia per un viaggio di quattro giorni per festeggiare il capodanno. Erano al ristorante, quando verso l’1.30 hanno sentito degli spari. “Ci è stato detto di stenderci a terra, mentre gli spari continuavano incessantemente”, ha raccontato Ruwa dall’ospedale Meir di Kfar Saba, dove è stata trasferita domenica 1 gennaio.
“Quando sono iniziati gli spari pensavamo fosse una sparatoria fra due parti, Ma poi abbiamo sentito ‘Allahu Akbar’ e abbiamo realizzato che era un attacco terroristico”, ha aggiunto Alaa Abed Alahi.
“Lei e le sue amiche erano lontane (dall’attentatore) erano dall’altra parte – ha dichiarato al giornale israeliano Sufiya, padre di Ruwa Mansour -. Qualcuno è arrivato dalla porta posteriore e ha iniziato a sparare, prima in aria. Quando le guardi gli si sono avvicinate, ha sparato ai civili. Quando mia figlia ha sentito gli spari, si è gettata per terra e ha strisciato fino alla porta per uscire. E’ stata colpita da due pallottole, una alla mano e una alla gamba”.
“Ho preso la mia amica Aya in uno sgabuzzino e ci siamo nascoste lì”, ha spiegato Ruwa Mansour. “Io e le mie amiche abbiamo cercato un posto dove nasconderci – ha spiegato Alahi -. C’erano molte persone per terra,alcune erano morte. E gli spari sono andati avanti per molto tempo, la polizia ci ha messo molto ad arrivare”.
Ruwa Mansour, una volontaria del Magen David Adom, ha cominciato ad aiutare altre persone, nonostante fosse ferita. Solo ore dopo le ragazze hanno saputo che Liann era morta.
Le quattro ragazze non avevano un’assicurazione di viaggio, perciò lo Stato di Israele è dovuto intervenire per rimpatriare il corpo della ragazza. “Liann è stata uccisa in un grave attentato terroristico. In quanto Stato, abbiamo l’obbligo di rimpatriare il suo corpo in Israele”, ha dichiarato il Ministro dell’Interno Aryeh Deri. Dal momento però che l’attentato non era mirato solo a cittadini israeliani, il Ministero della Difesa non potrà riconoscere Liann Nasser fra le vittime del terrorismo, come è accaduto anche con David Elyakim, rimasto ucciso durante l’attentato al mercato di Natale di Berlino.
Il corpo di Liann sarà rimpatriato lunedì 2 gennaio in Israele. Il rimpatrio sarà coordinato dall’organizzazione di ricerca e salvataggio Zaka, che onora i morti.