Benny Gantz

Benny Gantz si dimette dal governo d’emergenza: “è Bibi ad ostacolare la vittoria su Hamas”

Israele

di Anna Balestrieri
Accusando il primo ministro Benjamin Netanyahu di ostacolare la capacità di Israele di ottenere una “vera vittoria” nel conflitto con Hamas, domenica sera, il 9 giugno 2024, il presidente di Unità Nazionale Benny Gantz ha annunciato il ritiro del suo partito dal governo. Questa decisione è arrivata dopo settimane in cui Gantz aveva condizionato il suo sostegno all’accettazione da parte di Netanyahu di una proposta di piano per il conflitto di Gaza entro l’8 giugno.

La conferenza stampa di Benny Gantz

A Ramat Gan, il leader del Partito di Unità Nazionale Benny Gantz ha annunciato le sue dimissioni dal governo di emergenza formato dopo l’attentato del 7 ottobre. Ha accusato il primo ministro Benjamin Netanyahu di ostacolare la vittoria di Israele, affermando che il partito lascia il governo “con il cuore pesante, ma con tutto il cuore”. Gantz ha esortato Netanyahu a fissare una data per le elezioni e ha fatto appello al perdono delle famiglie degli ostaggi, riconoscendo la corresponsabilità per il fallimento. Ha criticato il governo per aver preso decisioni strategiche basate su considerazioni politiche. Anche i ministri Gadi Eisenkot e Chili Tropper del partito di Gantz si sono dimessi.

La conferenza stampa prevista per sabato è stata rinviata a domenica dopo il salvataggio di quattro ostaggi israeliani da Gaza. Il ministro Benny Gantz aveva fissato questa scadenza per dimettersi dal governo se non fosse stato approvato il piano per un’amministrazione post-Hamas a Gaza.

Gantz ha spiegato che la decisione sua e dei compagni di partito di unirsi alla coalizione dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre era stata dettata dal senso di responsabilità richiesto dal momento. L’unità e il sostegno erano cruciali per la nazione durante la crisi.

Col passare dei mesi, Gantz ha criticato sempre più frequentemente Netanyahu per aver preso decisioni basate su considerazioni politiche per compiacere i suoi partner di estrema destra. Gantz ha descritto la decisione di lasciare la coalizione come “complessa e angosciante” ma necessaria per il benessere di Israele.

Le reazioni

Il primo ministro Netanyahu ha esortato Gantz a non “abbandonare la battaglia”, mentre il leader dell’opposizione Yair Lapid ha sostenuto la decisione di Gantz ed Eisenkot, chiedendo un governo che ripristini la sicurezza, salvi gli ostaggi e rilanci l’economia di Israele e la posizione internazionale. I funzionari statunitensi, che hanno sempre prediletto Gantz come interlocutore nel gabinetto di guerra, informati dei suoi piani hanno espresso preoccupazione per la fragile situazione degli ostaggi e per i colloqui di cessate il fuoco.

La sfiducia tra Gantz e Netanyahu si è tuttavia approfondita nel tempo. Netanyahu sospettava che Gantz mirasse a rovesciare il governo, mentre Gantz credeva che Netanyahu desse priorità agli interessi politici personali rispetto a quelli nazionali.

Quando Gantz ha annunciato le sue dimissioni, Netanyahu lo ha esortato a riconsiderare la situazione, sottolineando la necessità di unità nella “guerra esistenziale di Israele su più fronti”. Nonostante l’appello di Netanyahu a una cooperazione continua, Gantz, insieme ai ministri di Unità Nazionale Gadi Eisenkot e Chili Tropper, ha presentato le dimissioni.

Nonostante gli sforzi di Netanyahu per mantenere Gantz nella compagine governativa, i politici di estrema destra, in primis Itamar Ben-Gvir che si è proposto come sostituito di Gantz nel gabinetto di guerra, hanno visto un’opportunità per aumentare la propria influenza, chiedendo più voce in capitolo nelle decisioni del governo.

In risposta alle preoccupazioni sul rafforzamento dell’influenza dell’estrema destra lasciando la coalizione, Gantz ha sottolineato la necessità di scegliere le priorità ed i fronti di battaglia corretti, evidenziando la natura prolungata del conflitto.

Il leader dell’opposizione Yair Lapid ha sostenuto le dimissioni di Gantz, chiedendo un governo che ripristinila sicurezza e ricostruisca l’economia e la posizione internazionale di Israele.

Nella sua lettera, Eisenkot ha condannato la gestione del conflitto da parte del gabinetto di guerra, citando l’ingerenza politica e l’incapacità di prendere decisioni cruciali. L’uscita di Unità Nazionale dalla coalizione è avvenuta un giorno dopo la scadenza autoimposta che Gantz aveva fissato, chiedendo a Netanyahu un piano d’azione.

Il discorso di dimissioni

Il discorso di dimissioni di Gantz ha evidenziato sei priorità: liberare e rimpatriare gli ostaggi, smantellare Hamas e demilitarizzare Gaza, stabilire una nuova governance a Gaza, reinsediare gli israeliani nel nord, normalizzare le relazioni con l’Arabia Saudita e implementare il servizio nazionale per tutti i cittadini. Ha sottolineato la necessità di nuove elezioni per formare un governo affidabile in grado di affrontare le sfide di Israele. La sua preoccupazione principale è garantire un accordo per il rilascio degli ostaggi e affrontare la Gaza post-bellica.

Gantz si è scusato con le famiglie degli ostaggi rimasti prigionieri a Gaza per non aver ottenuto il loro rilascio e ha sostenuto una proposta del presidente Joe Biden volta a liberarli. Ha esortato all’unità e al coraggio, promettendo di sostenere gli sforzi per portare avanti la proposta, anche da parte dell’opposizione.

Impatto della partenza di Gantz

Le dimissioni di Gantz segnalano il probabile scioglimento del gabinetto di guerra, istituito dopo l’attacco del 7 ottobre. Si prevede che Netanyahu ritorni ai precedenti raggruppamenti limitati per discutere le questioni di sicurezza prima delle riunioni di gabinetto, gruppi decisionali come “I Sette” e “Gli Otto”. Attualmente, mira a evitare di includere il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir e il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich in un forum allargato. Ben-Gvir, tuttavia, ha chiesto l’inclusione nel gabinetto di guerra dopo l’annuncio di Gantz.