Il 1° aprile di cent’anni fa nasceva a Gerusalemme la Hebrew University

Israele

di Michael Soncin
Su un semplice palco di legno 100 anni fa, nel 1925, veniva fondata l’Università Ebraica di Gerusalemme, istituzione che anno dopo anno verrà riconosciuta come un punto di riferimento per l’istruzione a livello internazionale, divenendo un centro accademico pionieristico tale da plasmare in modo significativo il panorama intellettuale, scientifico e culturale di Israele.

Quel giorno, il 1° aprile di un secolo fa, a parlare senza microfoni c’era uno dei suoi fondatori Chaim Weizmann, che sarebbe poi diventato il primo presidente d’Israele, Abraham Isaac Kook, rabbino capo della Palestina, Lord Balfour, Herbert Samuel, alto commissario britannico e il poeta Chaim Nachman Bialik.

«Non c’è stato nessun evento nella mia vita che mi abbia dato maggiore soddisfazione dell’iniziativa di fondare l’Università Ebraica a Gerusalemme». Lo aveva detto Albert Einstein, al New York Times nel 1921, già prima dell’apertura della celebre istituzione. Quel giorno della fondazione un grande assente era proprio lui. Rigoroso nel mantenere gli impegni presi, si trovava in Sud America dove stava tenendo delle lezioni. Tuttavia, non si dimenticò di inviare un manoscritto della sua notissima Teoria della Relatività, documento da allora conservato negli Archivi Einstein presso l’Edmond J. Safra Campus a Givat Ram.

 «Per cento anni, l’Università Ebraica di Gerusalemme è stata la casa di individui eccezionali, di coloro che si mettono in discussione, che infrangono le convenzioni, che innovano e ridefiniscono i confini», ha affermato il professor Asher Cohen, presidente dell’Università Ebraica. Visionari i cui pensieri sono diventati poi realtà, ha aggiunto, citando tra i diversi personaggi anche il filosofo Martin Buber. Ricerca e istruzione sono sempre state le massime priorità ed «oggi, la Hebrew continua ad essere un centro di conoscenza, innovazione e ricerca rivoluzionaria in diversi campi, coltivando generazioni di leader, studiosi e pensatori».

Gli studi condotti alla Hebrew University includono quasi ogni aspetto della vita: dall’esplorazione spaziale, alle neuroscienze, dalle carne coltivata alle innovazioni nel campo dell’agricoltura. Ma non è solo scienza, perché l’università israeliana è nota per aver gettato delle basi anche nel campo del sapere umanistico e della sociologia.

Parlando di numeri, conta oltre 23.000 studenti provenienti da più di 90 paesi. I brevetti registrati sono 11.000. Nel corso della sua esistenza ha dato alla luce nove premi Nobel, due premi Turing e una medaglia Fields. Nel 2024 – secondo i dati della Shanghai Ranking – è per la ricerca la migliore università in Israele e tra le prime 100 a livello mondiale, occupando la posizione numero ottantuno.

Come ha sottolineato il rettore, professor Tamir Shafer: «L’università lavora attivamente per garantire un accesso equo all’istruzione e per coltivare un campus che rifletta la ricchezza della società israeliana e della comunità accademica globale».

La diversità è uno dei punti forti dell’istituzione. A ribadirlo è la professoressa Mona Khoury-Kassabri, Vice President of Strategy and Diversity: «Il nostro impegno per l’inclusione garantisce che studenti e ricercatori di ogni estrazione abbiano pari opportunità di prosperare, contribuire e plasmare il futuro della società. Promuovendo un ambiente multiculturale, arricchiamo sia le borse di studio che la comunità, dimostrando che la vera innovazione emerge quando voci diverse vengono ascoltate e valorizzate».

Un cammino iniziato cent’anni fa che è arrivato a sviluppare farmaci salvavita, rafforzando sempre più il legame tra mondo accademico con le varie industrie. Un cammino che continuerà promuovendo la conoscenza e l’innovazione, istruendo i leader del futuro.

Foto in alto: Cerimonia di inaugurazione della Hebrew University, 1° aprile 1925 (fonte immagine Wikipedia)