di Roberto Zadik
Sono giorni molto complessi in Israele, fra parziali riaperture di attività e aumento dei casi di Coronavirus, in una situazione che stando ai numeri forniti dal Ministero della Salute e dai media israeliani continua a essere decisamente grave. E non sarebbero più solo gli appartenenti alla terza età i bersagli di questa insidiosa patologia. Stando dai dati forniti dal Times of Israel e da Ynetnews lunedì 27 aprile (ora 11.40), i contagi continuano a salire, ora sono 15.466 e le vittime sarebbero 202. Sembra però che la fase critica stia calando.
Fra i casi peggiori, il Times, racconta di una bambina di 11 anni che sembrerebbe versare in condizioni particolarmente critiche, ricoverata da venerdì prima a Tiberiade al Centro Medico Poriya e ora a Haifa, al Rambam Medical Center e attaccata a un ventilatore sotto effetto di sedativi. Febbre, nausea, inappetenza, questi i primi sintomi e un cuore indebolito e subito dopo la diagnosi di Covid 19. Precedentemente fra i giovani colpiti da questa malattia c’era stato solo un 19 enne e sembrava un’eccezione a una media di over 70.
In tema di notizie cupe, sempre stando al Times of Israel, il mondo ortodosso continuerebbe a essere gravemente afflitto da questa malattia, con la tragica scomparsa di una coppia di coniugi proveniente dal quartiere haredi di Gerusalemme di Mea Shearim. Lunedì scorso è morta la 52enne Bayla Porush e venerdì 24 aprile è mancato suo marito Zvi, 58enne lasciando orfani cinque dei sei figli, uno di essi, secondo Ynet è scomparso due anni fa per cause ignote. Fra le vicende tragiche di questi giorni il suicidio di un negoziante di Gerusalemme per problemi finanziari, con successivo messaggio di condoglianze del sindaco Moshe Leon definitosi “molto scosso da questa notizia” e le forti tensioni e proteste degli esercenti delle attività commerciali della capitale israeliana nell’area del mercato di Mahane Yehuda, una delle principali aree commerciali della città. Stando alle notizie del Times, domenica 26 aprile, i negozianti esasperati avrebbero vivamente protestato contro le restrizioni governative da Coronavirus con scontri con la polizia, dopo la chiusura prolungata delle loro attività e la crisi economica che sta colpendo numerose famiglie.
Un periodo decisamente duro per tutto il mondo e per Israele, dove in questi giorni si è dimesso anche il suo Ministro della Salute, Yaakov Litzman. Dato positivo sono le guarigioni che si aggirano a 6.796 casi.
Il clima nel Paese sembra essere molto confuso. Da una parte l’autorizzazione governativa alla riapertura di un gran numero di parrucchieri, saloni di bellezza, ristoranti che per ora stanno effettuando soprattutto take away anche se altrettante attività continuano a rimanere chiuse come gesto di protesta per le restrizioni precedenti. Dall’altra parte, l’aumento dei casi, i più di 300 pazienti che verserebbero in gravi condizioni, tanto da spingere il Ministero della Salute a prendere speciali provvedimenti per alcune zone “rosse”, soprattutto cittadine abitate da haredim come Beit Shemesh e Netivot, in cui è stato imposto un rigido lockdown dalle 6 di domenica mattina.