di Paolo Castellano
In questi giorni Israele sta affrontando un’emergenza ecologica. Dopo le intense perturbazioni che hanno colpito lo Stato ebraico il 19 febbraio, il vento e la marea hanno portato a riva tonnellate di catrame, probabilmente sversate dalle petroliere che navigano nei pressi del litorale israeliano.
I primi a farne le spese sono stati gli animali (tartarughe, un cucciolo di balena, uccelli): i loro cadaveri ricoperti da un nero catrame sono stati rinvenuti sulle spiagge dai volontari che stanno compiendo un’opera di pulizia. Ora gli israeliani stanno lottando contro il tempo, per evitare che il greggio sversato in mare inquini le falde acquifere.
Shaul Goldstein, direttore generale dell’Autorità per la Natura e i Parchi, ha espresso preoccupazione sul grave disastro ecologico: «È uno dei più gravi che abbiamo mai visto in Israele». Goldstein ha poi aggiunto che la pulizia richiederà molto tempo.
Non è ancora nota l’origine del catrame, la consistenza del materiale farebbe pensare a una fuoriuscita di petrolio o gas da una nave che sia passata nei pressi delle coste d’Israele. Nel mentre, i ricercatori stanno compiendo dei test su campioni di petrolio provenienti da 10 navi sospette.
Come riporta il Jerusalem Post, il Ministero per la Protezione ambientale israeliano ha effettuato immediate indagini e ha stilato una lista dei possibili responsabili, utilizzando persino le immagini satellitari. Un portavoce del ministero ha poi sottolineato che le attività di pulizia potrebbero durare alcune settimane ed essere molto costose per lo Stato ebraico. Oltre a un danno ambientale, ci sarebbe anche quello economico.
Il 20 febbraio, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso che il suo governo si occuperà dell’avvenimento: «Ho chiesto un rapporto sulla questione, che è ancora oggetto d’indagine, e penso che verrà presentato nella prossima riunione di gabinetto. Non sono ancora note le circostanze che hanno portato a questo incidente. Siamo in contatto coi i capi di tutte le autorità».
In queste ore, centinaia di volontari stanno ripulendo le spiagge israeliane dal catrame. Tuttavia, l’Autorità per la Natura e i Parchi ha chiesto ai cittadini israeliani di unirsi alle squadre formate dai loro comuni e di non agire individualmente per far sì che i residui inquinanti vengano smaltiti correttamente. Alcuni ecologisti sono finiti addirittura in ospedale a causa delle esalazioni prodotte dal greggio.
(foto: Jerusalem Post)