Dopo il gas naturale, Israele diventa un esportatore di petrolio

Israele

di David Fiorentini
Dopo diversi anni di esportazione di gas naturale, per la prima volta nella sua Storia, Israele ha spedito un carico di petrolio greggio all’estero, ha annunciato la società britannico-greca Energean.

Energean aveva iniziato a estrarre idrocarburi al largo della costa israeliana settentrionale, nel giacimento di Karish, già il 26 ottobre 2022, un giorno prima che Israele e Libano firmassero un accordo mediato dagli Stati Uniti sui confini marittimi.

“Siamo felici e orgogliosi che Energean abbia facilitato l’ingresso di Israele nel club degli esportatori internazionali di petrolio”, ha dichiarato Mathios Rigas, amministratore delegato dell’azienza in un comunicato. “Questa è un’altra pietra miliare per noi, che rafforza la crescita di Energean come attore significativo nel mercato locale e regionale”.

Israele è da tempo autosufficiente per quanto riguarda il gas naturale, riducendo la sua dipendenza dal carbone e contribuendo al miglioramento delle relazioni con Egitto e Giordania grazie a sostanziosi accordi di esportazione.

Nonostante lo Stato ebraico importi ancora la maggior parte del suo petrolio greggio, con una domanda interna di 250.000 b/g, il successo della produzione di Karish è fondamentale per l’economia del progetto per Energean.

Nick Witney, direttore commerciale dell’impresa, ha spiegato che “pur rimanendo un’azienda focalizzata sul gas, il petrolio greggio leggero prodotto responsabilmente da impianti moderni e a bassa intensità di carbonio è molto richiesto a livello globale”.

La produzione di gas e petrolio di Energean, che comprende basi operative in Israele, Egitto, Italia e Croazia, dovrebbe aumentare con l’avvio di Karish da circa 41.000 barili di petrolio equivalente al giorno a 150.000 boe/d entro la fine dell’anno e a 200.000 boe/d nel 2024.