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Record dell’affluenza alle urne (71,8 %) e risultato migliore del previsto per il Likud di Benjamin Netanyahu, che conquista 30 dei 120 seggi della Knesset, contro i 24 dell’Unione Sionista di Herzog-Livni. Successo anche per la Lista Araba Unita che è il terzo partito di Israele, con 14 seggi. Segue il centrista Yair Lapid di Yesh Atid, con 11 seggi e Kulanu con 10.
“Ora dovremo formare un governo forte e stabile: ho parlato con tutti i leader dei partiti del ‘campo nazionale’ e mi sono appellato per formare un governo senza indugio” ha detto Netanyahu subito dopo avere appreso i risultati. Una coalizione di destra che però potrà fare a meno (o quasi) dei partiti religiosi, usciti ridimensionati dalle urne (il partito religioso Yahad di Eli Yishai non ha superato la soglia di sbarramento del 3,25 per cento, e rimane fuori dalla Knesset). La sinistra di Meretz ci riesce per un soffio e “conquista” 4 seggi.
La coalizione potrebbe dunque comprendere il partito di Naftali Bennett, Habayt Hayehudi (8 seggi), Kulanu di Moshe Kahlon (10), Yisrael Beytenu di Avigdor Liberman (6), lo Shas di Aryeh Deri (7), e Uniti per la Torah di Yaakov Litzman (6). Se tutti questi partiti si accordassero con il Likud per una coalizione di Governo, Netanyahu potrebbe contare su 67 seggi alla Knesset.
La campagna elettorale basata sul rafforzamento della sicurezza e sulla paura dell’atomica iraniana ha vinto sulla coalizione Unione Sionista che ha cercato di portare al centro del dibattito le questioni sociali ed economiche interne al Paese. Una forte opposizione, che ha vinto a Tel Aviv, dove i problemi del caro casa e del gap economico sono più sentiti, potrà comunque far sentire la sua voce.
Il primo commento di Abu Mazen, leader dell’Autorità Palestinese, è che “oggi non c’è un interlocutore in Israele”, viste le dichiarazioni pre-elettorali di Bibi: “Con me non ci sarà uno Stato Palestinese”.
Gli exit poll erano stati troppo contenuti verso il risultato del Likud: stando a quelli dei tre principali canali tv, riportati da Ynetnews, la coalizione di centro-sinistra Mahané Zionì di Tzipi Livni e Itzhak Herzog, e il Likud dell’uscente Beniamin Netanyahu avrebbero ottenuto ognuno circa 27-28 seggi. Prima delle elezioni, addirittura, i sondaggi davano Herzog davanti al Likud.