Effetto farfalla: come un insetto minaccia l’agricoltura israeliana

Israele

di Nathan Greppi

L’Unione Europea ha recentemente avvisato Israele che, per l’inizio del 2018, non potrà più esportare alcuni dei suoi prodotti agricoli in Europa a causa della Cryptophlebia leucocreta, una farfalla che depone le sue larve nei frutti.

Secondo Ynet la cryptophlebia, una sorta di falena color sabbia, è solita attaccare oltre 70 specie di frutta e verdura, inclusi pompelmi, avocado, mango, il mais e tanti altri. Storicamente, questa specie è diffusa soprattutto in Africa, ma negli ultimi anni ha causato molti danni anche in Israele.

Uri Ariel, il Ministro dell’Agricoltura, ha dichiarato alla stampa che l’insetto è difficile da uccidere per molti motivi: innanzitutto perché esso, al contrario delle zanzare, è attivo tutto l’anno, poi perché si riproduce velocemente creando addirittura dei sottogruppi a seconda del clima con cui cresce, tanto che è difficile capire quando la larva è stata deposta nel frutto. A tutto ciò va aggiunto il fatto che, secondo il regolamento dell’UE, occorre usare pesticidi ecosostenibili che però sono poco efficaci verso questa specie.

E la questione non riguarda solo gli scambi commerciali con l’Europa: nell’ultimo anno, infatti, in molti porti dell’Asia e del Nord America delle navi israeliane sono state fermate per paura della cryptophlebia. Secondo le richieste dell’Unione, Israele dovrà adottare un nuovo protocollo per combattere l’insetto e coloro che non riusciranno ad adeguarsi alle nuove regole non potranno esportare i loro prodotti in Europa.