La bandiera di Fatah accanto a quella dell'Unione Europea

Fatah chiede all’Europa di ripudiare Israele: “Non rispetta i diritti umani”

Israele

di Paolo Castellano

Il 3 settembre il movimento Fatah, capeggiato dal presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, ha chiesto all’Europa di intraprendere un’azione contro gli “insediamenti” israeliani poiché è a favore della soluzione a due Stati e alle decisioni prese dalle istituzioni internazionali riguardo agli “insediamenti”.

Come riporta Israel National News, il portavoce di Fatah in Europa, Jamal Nazzal, ha chiesto ai Paesi che fanno parte dell’Unione Europea di prendere delle misure aggiuntive contro gli insediamenti, inclusa la cancellazione dei rapporti pianificati con Israele, e di sospendere gli accordi commerciali con lo Stato ebraico poiché – secondo Fatah – l’Europa non dovrebbe dialogare con chi ha violato l’Articolo 2 della Costituzione europea, che obbliga gli stati membri a proteggere i diritti umani e a salvaguardare il diritto umanitario internazionale.

Riferendosi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, Nazzal ha pure detto che “Netanyahu deve rispondere ai quesiti riguardo ai suoi tentativi di sabotare la soluzione a due stati e deve dire se egli ora supporta la soluzione ad un solo stato o se stia preparando un Paese fondato sull’apartheid”.  «Netanyahu non può continuare a costruire insediamenti e poi ripudiare la soluzione a due stati quando egli propone un solo stato o l’esistenza dell’apartheid. La politica degli insediamenti infiamma i sentimenti dei musulmani di tutto il mondo, inclusi i musulmani e gli arabi che risiedono in Europa», ha argomentato Nazzal.

Come ha spiegato il prof. Marco Paganoni in una sua passata lezione sulla simbologia politica palestinese, Fatah e l’Autorità Palestinese sono i primi a non contemplare e – di conseguenza – a non ammettere l’esistenza dello Stato ebraico. «In Israele ci si domanda se il mondo arabo abbia accettato l’esistenza di Israele. I dubbi degli israeliani nascono dal perdurare della violenza e anche dal rifiuto di accogliere le proposte concrete su un possibile riavvicinamento – ha poi aggiunto Paganoni – lo slogan più comune è quello che rivendica il territorio che va “dal fiume al mare” ovvero tutto il territorio israeliano».