di Luciano Assin
Dopo una lunga serie di trattative ed un estenuante braccio di ferro fra Yair Lapid e Naftali Bennet da un lato e Benjamin Netanyahu dall’altro, si e’ finalmente arrivati ad un accordo di coalizione per la formazione del nuovo governo israeliano, il 33° per l’esattezza. La nuova coalizione era gia’ stata anticipata su Mosaico immediatamente dopo i risultati elettorali come una delle tre possibili alternative ed e’ formata da uno schieramento di centro-destra composto da Likud Beitenu, Yesh Atid ed il movimento di Zippi Livni per un totale di 68 seggi su 120. Ancora una volta Netanyahu ha confermato di non essere in grado di reggere la tensione e nonostante le varie dichiarazioni comunicate dal suo ufficio stampa, di fatto ha dovuto fare marcia indietro su numerosi temi come il numero dei dicasteri, la partecipazione dei partiti ortodossi al governo ed un accordo di base per una piu’ equa distribuzione degli oneri sociali. Bennet e Lapid, la “strana coppia” del firmamento politico hanno tenuto testa alle vecchie volpi della politica israeliana rivelandosi cosi meno ingenui di quanto era lecito supporre. Il nuovo governo e’ da considerarsi decisamente orientato a destra se non addirittura il piu’ a destra degli ultimi decenni e cio’ lascia supporre pochi progressi sul campo di un possible progresso nei colloqui di pace coi palestinesi. Anche sul lato economico i problemi non mancheranno: Lapid in coerenza col suo programma politico-economico si e’ accollato il ministero delle Finanze, una vera e propria patata bollente visto l’enorme deficit accumulatosi nel 2012. L’ex conduttore televisivo e’ completamente a digiuno di economia e lo ha anche ammesso apertamente: senza una collaborazione fattiva del capo del governo le possibilita’ di ridurre la voragine finanziaria si riducono al minimo. In definitiva, ognuno dei principali leader della coalizione ha le sue brave gatte da pelare, all’interno ed all’esterno dei propri partiti. Il nuovo governo appare molto eterogeneo e di difficile conduzione e non pochi commentatori politici non gli danno piu’ di due anni di vita.
Netanyahu e’ alla sua terza esperienza come Primo Ministro e sicuramente vorra’ lasciare un segno profondo della sua politica. Nel suo precedente mandato ha posto in primo piano il problema dell’Iran e del nucleare tralasciando completamente il problema palestinese. Ansiosi di sapere quale sara’ la sua prossima scelta i due nuovi arrivati della politica – Lapid e Bennet- aspettano scalpitando. Che sia veramente l’inizio di un nuovo corso politico come molti si augurano?