Giorno di lutto per Israele. Hamas restituisce i cadaveri dei Bibas e di Oded Lifshitz, identificato

Israele
 di Anna Balestrieri 

Su un palco, i terroristi di Hamas con quattro bare e dietro di loro un grande manifesto con Beniamin Nethanyahu ritratto come Dracula e le immagini dei quattro che Hamas aveva annunciato avrebbe restituito oggi: Shiri Bibas (34 anni), Ariel Bibas (6 anni), Kfir Bibas (due anni) e Oded Lifshitz (85 anni), tutti rapiti dalle loro case nel Kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023.

 

Una cerimonia straziante e crudele è stata quella messa in scena da Hamas giovedì 20 febbraio per la restituzione di quattro cadaveri di ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023. Su un palco, i terroristi di Hamas con quattro bare e dietro di loro un grande manifesto con Beniamin Nethanyahu ritratto come Dracula e le immagini dei quattro che Hamas aveva annunciato avrebbe restituito oggi: Shiri Bibas (33 anni quando è stata rapita), Ariel Bibas (allora 4 anni), Kfir Bibas (9 mesi) e Oded Lifshitz (83 anni), tutti rapiti dalle loro case nel Kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023.

L’IDF ha eseguito una breve cerimonia militare in Gaza per accogliere i resti, con un rabbino presente, prima di trasferire i corpi all’istituto forense di Abu Kabir per l‘identificazione. Al momento in cui scriviamo (19.06) sono stati identificati solo i resti di Oded Lifshitz, che, a quanto riportano i media israeliani, è stato ucciso dalla jihad Islamica durante la prigionia. La comunità del Kibbutz Nir Oz ne ha pianto la perdita, ricordandolo come un uomo di pace e cultura, devoto alla famiglia e al dialogo. La famiglia di Lifshitz, dopo 503 giorni di angoscia, ha finalmente ricevuto conferma ufficiale del suo decesso dall’istituto forense, dando inizio a un difficile processo di lutto.

Shiri Bibas (33 anni quando è stata rapita), con i figli Ariel (4 anni) e Kfir (9 mesi) e Oded Lifshitz (83 anni)

 

Gli ostaggi riconsegnati come cadaveri

Hamas aveva annunciato nei giorni precedenti che avrebbe consegnato i corpi di Shiri Silberman Bibas e dei suoi due figli piccoli, Ariel e Kfir, rapiti durante l’invasione del sud di Israele del 7 ottobre 2023. Nel frattempo, la Jihad islamica palestinese ha tenuto in ostaggio Oded Lifshitz, 83 anni, mentre sua moglie Yocheved era stata rapita separatamente quel giorno ma rilasciata 16 giorni dopo. La coppia di anziani, tra i fondatori del Kibbutz Nir Oz e attivisti per la pace, si è dedicata negli anni al trasporto di pazienti dalla Striscia di Gaza agli ospedali israeliani. Oded, bisnonno e giornalista, era un fervente sostenitore dei diritti umani.

Reazioni in Israele e all’estero

In Israele, l’arrivo delle bare di quattro ostaggi, restituiti da Hamas, ha scatenato un’ondata di dolore e indignazione. Mentre i corpi venivano identificati presso l’istituto forense di Tel Aviv, il paese si fermava: le commissioni della Knesset hanno posticipato le loro discussioni e migliaia di persone si sono riunite a Hostage Square per commemorare le vittime.
La famiglia di Iair Horn, recentemente rilasciato dalla prigionia, ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto ma ha sottolineato che il loro percorso di guarigione è ancora lungo e legato al ritorno di tutti gli ostaggi. Il ministro della Difesa, Israel Katz, ha dichiarato con fermezza che Hamas sarà distrutto, mentre il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha promesso vendetta e sicurezza, affermando che il massacro del 7 ottobre non si ripeterà mai più.

Le Nazioni Unite hanno condannato con forza la parata dei corpi a Gaza, definendola aberrante e contraria al diritto internazionale. L’intera nazione israeliana, unita nel dolore, continua a chiedere giustizia e il ritorno di tutti gli ostaggi, mantenendo viva la speranza nonostante la tragedia.

L’unione dei Giovani Ebrei d’Italia ha affidato la propria riflessione al social X: “Dopo oltre 500 giorni di angoscia e attesa insopportabile, i corpi di Shiri Bibas e dei suoi due bambini, Ariel e Kfir, sono stati consegnati ad Israele insieme a quello di Oded Lifshitz, anche lui vittima della brutalità più assoluta di Hamas, della disumanità di chi non conosce pietà. Non ci sono parole. Solo rabbia e dolore.
Non c’è umanità in chi il 7 ottobre 2023 ha strappato dalle loro vite e dal loro futuro donne, bambini e persone anziane. In chi usa i corpi di innocenti come merce di scambio e propaganda. Non c’è guerra, non c’è politica, non c’è narrativa che possa giustificare un orrore simile. Le giovani vite di Ariel e Kfir non sono state strappate via dalla guerra, ma dall’odio di chi vede in loro il futuro di una nazione e un popolo da estirpare. Non c’è moralità senza indignazione per tutto questo.
Ora i loro corpi stanno finalmente tornando in Israele, a casa. Non smetteremo di pregare affinché tutti gli altri ostaggi ritornino dalle loro famiglie.

 

Le evoluzioni verso la seconda fase del cessate il fuoco

Parallelamente, Hamas ha annunciato la disponibilità a rilasciare tutti gli ostaggi rimanenti in un’unica soluzione durante la seconda fase della tregua, piuttosto che in fasi successive. Israele e Hamas stanno attualmente implementando la prima fase dell’accordo, iniziata il 19 gennaio 2025.

Finora, Hamas ha rilasciato 24 ostaggi durante questa tregua, mentre 70 ostaggi rapiti il 7 ottobre rimangono a Gaza, insieme a tre detenuti risalenti a prima della guerra. L’IDF ha confermato la morte di 35 di loro.

La situazione rimane tesa, con la speranza che ulteriori trattative possano portare alla liberazione completa e sicura di tutti gli ostaggi.

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