Da sinistra, Yarden Bibas, Keith Siegel e Ofer Calderon

Gli ostaggi liberati sabato 1 febbraio sono Ofer Calderon, Keith Siegel e Yarden Bibas

Israele

di Anna Balestrieri

Aggiornamento

Al ritorno di Yarden Bibas in Israele, l’emittente pubblica Kan ha riferito che è stato sottoposto a gravi abusi psicologici durante tutta la sua prigionia: i rapitori di Hamas hanno tormentato Yarden Bibas con discorsi incessanti sulla moglie e i suoi bambini, dando notizie contraddittorie, tra orrore e speranza.

 

Nonostante l’osservanza dello Shabbat, molte famiglie in Israele hanno seguito con entusiasmo, commozione e sollievo la liberazione dei tre ostaggi Ofer Calderon, Yarden Bibas e Keith Siegel. Le immagini dei loro incontri con le famiglie, dopo mesi di prigionia a Gaza, hanno emozionato il Paese. Calderon, in particolare, è stato visto scherzare con i suoi figli, mentre la famiglia Bibas ha parlato di un ritorno a casa segnato da una realtà ancora dolorosa: molti ostaggi, tra cui i piccoli Kfir ed Ariel con la madre Shiri, restano ancora nelle mani di Hamas.

 

Dall’altro, il cessate il fuoco rimane fragile e al centro di polemiche. Dani Elgarat, fratello di uno degli ostaggi ancora trattenuti, ha accusato il primo ministro Netanyahu di sabotare l’accordo e di voler tornare alla guerra, attribuendone però la colpa a Hamas. In parallelo, il presidente egiziano al-Sissi e l’ex presidente statunitense Trump hanno ribadito l’importanza di portare avanti tutte le fasi dell’accordo di tregua, sottolineando la necessità di una stretta collaborazione tra Stati Uniti ed Egitto.

 

Sul fronte diplomatico, cresce la tensione intorno alla proposta degli Stati Uniti di trasferire fuori da Gaza parte della popolazione palestinese. In un incontro al Cairo, Egitto, Giordania, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi, l’Autorità Palestinese e la Lega Araba hanno respinto con forza l’idea, definendola inaccettabile “in qualsiasi circostanza”.

 

Mentre la politica internazionale discute possibili soluzioni, la realtà sul terreno resta dura: ostaggi ancora in pericolo, famiglie divise, e un conflitto che, nonostante i tentativi di tregua, sembra lontano dal trovare una vera risoluzione.

 

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Israele ha confermato di aver ricevuto da Hamas la lista dei tre ostaggi che saranno rilasciati domani, 1° febbraio 2025. Si tratta di Ofer Calderon, Keith Siegel e Yarden Bibas, rapiti durante l’attacco del 7 ottobre 2023.

Keith Siegel, 65 anni, cittadino statunitense originario della Carolina del Nord, è stato sequestrato insieme alla moglie Aviva dal kibbutz Kfar Aza. Aviva è stata rilasciata lo scorso novembre.

Ofer Calderon, 54 anni, è stato rapito con i figli Erez e Sahar dal kibbutz Nir Oz. I due bambini sono stati liberati durante l’ultima tregua.

Yarden Bibas, 35 anni, è stato sequestrato separatamente dalla moglie Shiri e dai figli Ariel e Kfir, anch’essi presi in ostaggio da Hamas. Il gruppo terrorista ha dichiarato che Shiri e i bambini sarebbero morti in prigionia, una notizia mai ufficialmente confermata da Israele, che tuttavia ha espresso “grave preoccupazione” per il loro destino. Durante il rapimento, Yarden è rimasto ferito.

Disordini nelle procedure di rilascio degli ostaggi

Il rilascio di ostaggi israeliani da parte di Hamas è stato accompagnato da scene di caos e tensione, con folle inferocite che hanno circondato i prigionieri mentre venivano consegnati alla Croce Rossa a Khan Younis. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha condannato duramente l’accaduto, definendolo una prova della brutalità di Hamas e ritardando il rilascio di 110 prigionieri palestinesi in segno di protesta. Dopo intense trattative con i mediatori, Israele ha ricevuto garanzie sulla sicurezza dei futuri trasferimenti, e la liberazione dei detenuti è ripresa nel tardo pomeriggio. Autorità israeliane, tra cui il presidente Isaac Herzog, hanno sottolineato l’inaccettabilità delle condizioni in cui è avvenuta la consegna, chiedendo che le prossime operazioni si svolgano in modo sicuro e dignitoso.

Proteste a Tel Aviv per la liberazione di tutti gli ostaggi

Mentre continua il rilascio di ostaggi nell’ambito dell’accordo di tregua con Hamas, un gruppo di attivisti ha manifestato oggi davanti all’ambasciata statunitense a Tel Aviv, chiedendo la liberazione di tutti gli ostaggi ancora trattenuti a Gaza. Sono 79 i prigionieri israeliani ancora in mano a Hamas, di cui almeno 34 dichiarati morti dall’IDF.

I manifestanti, organizzati dal gruppo Mishmeret 101, hanno inscenato una protesta silenziosa, vestendo di bianco e disponendo sedie gialle per rappresentare gli ostaggi ancora trattenuti. L’iniziativa richiama le tecniche di protesta non violenta di Mahatma Gandhi.

La speranza delle famiglie

Il rilascio di Calderon, Siegel e Bibas rappresenta un ulteriore passo nel difficile processo di negoziazione tra Israele e Hamas. Tuttavia, le famiglie delle persone ancora detenute continuano a chiedere un impegno maggiore da parte del governo per riportare a casa tutti gli ostaggi, tra cui donne, bambini e anziani, molti dei quali in condizioni di salute precarie.

Nel frattempo, Israele prosegue le trattative per ampliare l’accordo di tregua e garantire il ritorno dei prigionieri, mentre il conflitto nella regione resta drammaticamente aperto.